Questo periodo storico così complicato e a tratti alienante ha prodotto conseguenze tangibili sugli esseri umani, sulle loro emozioni e, soprattutto, sulle loro relazioni. La pandemia ha acuito la sensazione di solitudine e ha accentuato la condizione di instabilità emotiva e sentimentale degli individui, con rapporti che si frantumano perché privi di stabilità, dove l’egoismo prevale sulla solidarietà, creando una bolla di insensibilità intorno a noi, che non permette di far fluire le emozioni liberamente e quindi di poter entrare in contatto con l’altro.

Per raccontare tutto questo, Veronica Tancorra e Matteo Franco hanno realizzato un’opera dal grande impatto, intitolata “Riabilitazione emotiva”. Si tratta di un progetto artistico costituito da una serie di fotografie, nelle quali una donna al centro, spenta e truccata di bianco, rappresenta l’essere umano inabile a sfondare la barriera in plexiglass trasparente, l’attuale condizione di apatia, per entrare in contatto fisico e emotivo con l’altro.

Al di là dell’ostacolo si trovano quattro persone che simulano i rapporti umani liberi, fatti di gesti e sguardi. Nella composizione di “Riabilitazione emotiva” troviamo anche un soggetto che interroga lo spettatore per coinvolgerlo attivamente nel problema e metterlo in condizione di agire contro la barriera. I tubi rossi sono conduttori d’aria che portano sostentamento, esattamente come delle vene che portano sangue e ossigeno a chi ne ha necessità. La donna al centro della composizione, dunque, incarna il bisogno umano di ricevere quel sostentamento, sotto forma di amore e di contatto con il prossimo.

Davanti a questa necessità di amore da e verso l’altro, esiste sempre un ostacolo da superare, che riguarda il coraggio di rischiare e di lasciarsi andare all’amore di qualcuno. Nella sequenza fotografica, l’approccio della prigioniera verso l’esterno si sviluppa gradualmente, enfatizzando al contempo la sua richiesta d’aiuto che si può leggere e misurare nei suoi occhi. Grazie all’azione concreta del passare oltre, del superare l’ostacolo, le paure, se stessa, riesce finalmente a unirsi e sciogliersi dentro un abbraccio con l’altro, liberando finalmente il proprio mondo interiore, buttando fuori il dolore e insieme la gioia del tornare a vivere le emozioni e le relazioni liberamente. Senza paura. “Riabilitazione emotiva” è dunque un’opera dal grande significato, non solo artistico, ma anche umano, un’opera catartica e rivelatrice, che giunge in modo diretto e crudo, come la fotografia sa fare, soprattutto quando è ben concepita.

Redazione -ilmegafono.org

 

Le immagini (in ordine) dell’opera “Riabilitazione emotiva”: