Un rapporto diramato, lo scorso 14 settembre, da Greenpeace Usa e intitolato “The Climate Emergency Unpacked: How Consumer Goods Companies are Fueling Big Oil’s Plastic Expansion”, denuncia l’impatto terrificante che l’utilizzo della plastica monouso ha sulle condizioni ambientali del pianeta. Un impatto che non può certo essere trascurato in Italia che, con un consumo di oltre 11 miliardi di bottiglie di plastica all’anno, vanta il primato europeo per il consumo di acqua minerale in contenitori plastificati monouso. In base al dossier, le multinazionali, nonostante spesso professino attenzione alla problematica ambientale, in realtà collaborano con l’industria del petrolio e del gas a favore di una crescita della produzione di plastica che, con l’attuale piano di sviluppo industriale, potrebbe triplicare entro il 2050.

Inoltre “le multinazionali di prodotti di largo consumo – spiegano tramite il proprio sito gli attivisti di Greenpeace – hanno collaborato con le aziende dei combustibili fossili per promuovere il riciclo come soluzione all’inquinamento da plastica, nonostante il fallimento di questa soluzione sia oggi evidente su scala globale”. Ed in effetti, numeri alla mano, solo la metà dei contenitori in PET immessi sul mercato viene destinata al riciclo e solo il 7% viene trasformato in nuove bottiglie, mentre tutto il resto finisce in mare o, ancora peggio, in inceneritori. Ecco perché Greenpeace da tempo, attraverso una petizione online, intitolata“Stop bottiglie di plastica, chiedi alle aziende di cambiare”,  si propone di indurre le multinazionali italiane leader di mercato (Coca-cola, Nestlè, San Benedetto e Sant’Anna) a ridurre nettamente l’utilizzo della plastica monouso in favore di soluzioni più “green”.

Le richieste contenute nella petizione sono dunque di disincentivare l’utilizzo di questo materiale altamente inquinante, favorendo l’impiego di contenitori riutilizzabili nonché l’installazione, presso le grandi catene della distribuzione alimentare, di stazioni di ricarica per le bevande. Tutto questo anche in considerazione del fatto che la plastica non si limita ad inquinare l’ambiente, ma ha effetti controproducenti anche sulla salute delle persone. Infatti, “questo materiale – spiega la pagina degli ambientalisti – è fatto di sostanze chimiche che potrebbero causare seri danni alla nostra salute, tra cui alcune forme tumorali”.

“Additivi come ftalati e bisfenolo A – continua Greenpeace – sono noti interferenti endocrini: una volta entrati nel nostro corpo possono alterare l’equilibrio ormonale e generare serie conseguenze su funzioni vitali importantissime come la crescita, lo sviluppo sessuale e il metabolismo di ognuno di noi”. Rischi elevatissimi e poco comprensibili in un periodo storico in cui tutti sappiamo molto bene quanto importante e precaria sia la salute del Pianeta e nostra e quanto fermamente vadano tutelate.

“Queste aziende- concludono gli ambientalisti prima di invitare a sottoscrivere la petizione – devono riconoscere una volta per tutte che la plastica monouso ha impatti distruttivi sulle persone e sul Pianeta, e devono impegnarsi ad abbandonarla completamente”. E noi, una generazione che ha la fortuna di avere tutti gli strumenti necessari per informarsi, per prendere scelte consapevoli, dobbiamo pretendere di poter optare per un consumo più consapevole, più sano. Non possiamo perderci in un bicchier d’acqua. 

Anna Serrapelle- ilmegafono.org