La scorsa settimana, in diverse città d’Italia si è celebrata la “Giornata della memoria e dell’impegno” in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Un evento, organizzato da Libera il 21 marzo di ogni anno, che ottiene sempre un riscontro ed un successo notevole e consistente. Anche a Palermo, un corteo di oltre ventimila persone ha sfilato lungo le vie della città per ricordare le 1.011 vittime di mafia. Ventimila e più persone, tra cui tanti giovani studenti palermitani, che hanno voluto manifestare ed urlare al mondo intero che le vittime della criminalità non sono morte invano, perché gli insegnamenti e gli esempi di chi ha dato la propria vita per combattere contro la mafia sono validi, attuali e diventano messaggio di impegno e legalità che si tramanda di generazione in generazione.

Una partecipazione che ha dimostrato ancora una volta come anche le fasce d’età più giovani e per certi versi lontane da quel passato terribile siano comunque a conoscenza di quanto accaduto e abbiano a cuore il futuro e la sorte della propria terra. A guidare il corteo di Libera c’era Chiara Natoli, giovane attivista e dirigente della stessa associazione, che proprio in occasione della manifestazione aveva affermato come “ricordare le vittime della mafia vuol dire impegnarsi concretamente per i diritti e la giustizia sociale”.

La Natoli è una figura riconosciuta ed affermata nel mondo del sociale e dell’antimafia: attivista da tempo, ha collaborato con diverse associazioni nel corso degli anni, difendendo gli ultimi e lavorando spesso a stretto contatto con le classi sociali più povere e più sfortunate, quelle che più di tutte corrono il rischio di cadere nella rete della criminalità organizzata.

Pochi giorni dopo il corteo di Palermo, nella notte tra il 23 e il 24 marzo, qualcuno ha appiccato il fuoco proprio all’auto di Chiara, parcheggiata sotto la sua abitazione e a pochi passi dalla caserma della Guardia di Finanza: un atto che sembrerebbe volto a spaventare chi da anni lotta contro questo radicato e opprimente potere. La giovane e coraggiosa attivista non si è però lasciata abbattere da quella che l’opinione pubblica ha ritenuto essere un’intimidazione contro l’intera comunità antimafia: “Ringrazio tutti – ha dichiarato – per la vicinanza e il sostegno. Le indagini sono in corso e nutro massima fiducia nei confronti delle forze dell’ordine e della magistratura che si stanno adoperando per individuare i responsabili”.

“In attesa delle verifiche – ha aggiunto la Natoli – ribadisco che quelle fiamme non erano rivolte solo a me, ma colpiscono tutta Libera e i tantissimi che il 21 marzo sono stati con noi in piazza. Un Noi che a Palermo e in Sicilia sta facendo rifiorire una nuova primavera. Una primavera che nessun incendio, nessuna intimidazione può fermare”. Grande solidarietà è stata espressa anche dalle diverse associazioni sparse in tutto il Paese e pure da vari esponenti politici. Tra loro anche Claudio Fava, deputato regionale e presidente della Commissione Antimafia Siciliana: “Chiara Natoli sa di non essere sola e di poter contare sul sostegno pieno delle istituzioni e della società palermitana. Nessun atto vigliacco potrà fermare il percorso di liberazione dalla mafia“.

Dello stesso avviso il Centro Pio La Torre (dove la ragazza ha svolto il servizio civile qualche anno fa), che con un comunicato ha espresso “piena solidarietà a Chiara Natoli per l’intimidazione subita l’altra notte con l’incendio della sua auto. A lei va riconosciuto il suo costante impegno sociale e civile a favore dei più deboli”.

A distanza di qualche giorno, le indagini sono ancora in corso e, come affermato dalla stessa Natoli, la fiducia nella magistratura è totale e si spera che si giunga presto ad una verità completa dei fatti. A quanto pare, però, dalle ultime indiscrezioni sembrerebbe emergere un colpo di scena: dalle telecamere poste nelle vicinanze, infatti, gli inquirenti avrebbero individuato un uomo nel tentativo di dar fuoco a dei rifiuti abbandonati nelle vicinanze dell’auto. L’identità del malintenzionato è ancora sconosciuta, ma è chiaro che l’intera vicenda si infittisce ulteriormente: pensare ad una coincidenza farebbe tirare un sospiro di sollievo a Chiara e a chi le è vicino, ma considerati i tempi bui che corrono e la concomitanza col corteo avvenuto pochi giorni prima, risulta molto difficile credere che si sia trattato di una casualità e che la mafia non c’entri.

Giovanni Dato -ilmegafono.org

 

(La foto utilizzata in questo articolo è stata presa dal profilo pubblico di Chiara Natoli su Facebook)