Vedremo se sarà l’ennesimo buco nell’acqua. Ancora non ha un nome, ma il ministro Franceschini la definisce “la Netflix della cultura italiana”. Si tratta di una piattaforma annunciata, ad aprile scorso, dal ministro dei Beni Culturali. Una piattaforma che ha l’ambizione di contenere e diffondere materiale informativo a pagamento per italiani e stranieri, un modo per combattere la grave crisi che affligge questo settore in periodo di pandemia. La Cassa depositi e prestiti ha annunciato qualche giorno fa (per la precisione, il 3 dicembre) che la piattaforma è già una realtà e farà la sua comparsa nel mese di febbraio 2021 per sostenere il settore delle performing arts.

Il Mibact e la Cdp hanno deciso, dopo attente ricerche di mercato (almeno si spera) di affidare la gestione dei contenuti che mostreranno la cultura italiana nel mondo a Chili spa, partner industriale attivo nel mercato dei video on demand dal 2012. A quanto pare lo Stato controlla al 51% la società aperta con Chili spa e ha stanziato circa 20 milioni di euro, contro i 9 messi a disposizione da Chili. Onestamente sarebbe utile comprendere il perché di una tale discrepanza.

La piattaforma sarà suddivisa in canali tematici dedicati alle arti (opera, musica pop, musica live e concerti…), ma offrirà la possibilità di partecipare anche ai tour virtuali dei musei più importanti d’Italia, delle mostre di maggior interesse, delle fiere e dei festival. Sembra un progetto immenso e in continuo aggiornamento. Speriamo che vada a buon fine e non abbia l’effetto contrario di sottolineare l’incapacità italiana nel gestire il suo immenso patrimonio.

“La piattaforma digitale – afferma infine il ministro Dario Franceschini – è un progetto a cui stiamo lavorando per poter offrire la cultura italiana a tutti e in tutti i paesi del mondo”. Speriamo bene.

Angelo De Grande -ilmegafono.org