Un francobollo per ricordare e celebrare Silvio Berlusconi, ex premier italiano deceduto, all’età di 87 anni, a giugno dello scorso anno. Lo ha deciso il ministero del Made in Italy guidato da Adolfo Urso. Una scelta che, come ricorda il Fatto Quotidiano, è stata già compiuta da diversi paesi africani, come Liberia, Niger, Libia, Sierra Leone e Mozambico, per commemorare quello che è stato un protagonista della politica italiana per circa tre decenni. Un protagonista, però, con tante, troppe ombre, che sollevano dunque una questione etica. Come quella posta da WikiMafia, associazione culturale che si pone l’obiettivo di diffondere conoscenza e consapevolezza sul fenomeno mafioso, attraverso la creazione di una libera enciclopedia sulle mafie. Le attiviste e gli attivisti di WikiMafia si oppongono con forza alla decisione di emettere un francobollo commemorativo per Berlusconi.

Lo fanno attraverso una petizione (che è possibile firmare cliccando qui) e un appello indirizzato al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che viene invitato a non autorizzare tale emissione. La ragione per la quale WikiMafia si oppone viene spiegata in maniera molto chiara e dettagliata dalla stessa associazione, che parte da una premessa: “Che Silvio Berlusconi abbia conquistato nella sua carriera, prima imprenditoriale e poi politica, importanti successi non è in discussione né che egli sia stato una delle persone più note degli ultimi 40 anni, grazie anche al suo impero televisivo”. Tuttavia, i promotori della petizione, ritengono che sussista “una fondamentale pregiudiziale etica che non può essere ignorata, legata non solo e soltanto alle sue vicende giudiziarie, nelle quali rimediò una condanna definitiva per frode fiscale, ma anche alla sua condotta ‘non penalmente rilevante’”. Non dunque una questione strettamente connessa ai procedimenti giudiziari, quanto a quelle ombre, fatte di legami e circostanze, che hanno accompagnato la vita del Cavaliere.

Ad esempio, WikiMafia, oltre alla vicenda “della sua affiliazione alla P2”, sottolinea di ritenere “particolarmente grave quella emersa dal procedimento giudiziario a carico dell’ex-senatore e co-fondatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa”. Un rapporto, quello tra Berlusconi e Dell’Utri, che non si è mai interrotto, andando oltre i processi, le accuse, le condanne. A sostegno della decisione di opporsi all’emissione del francobollo commemorativo dell’ex leader di Forza Italia, l’associazione culturale antimafiosa riporta anche i passaggi di alcune sentenze chiamano in causa Berlusconi e la Fininvest.

“Stando alla Sentenza d’Appello (p. 306 e ss.), poi confermata nel 2014 dalla Cassazione (p. 48 e ss.)  tra il 16 e il 29 maggio 1974, Dell’Utri, in qualità di segretario particolare di Berlusconi, organizzò un incontro tra il Cavaliere e il boss Stefano Bontate (il “principe” di Villagrazia a capo della Famiglia di Santa Maria del Gesù), accompagnato da Gaetano Cinà (affiliato alla Famiglia di Malaspina), Girolamo Teresi (sottocapo della Famiglia di Bontate) e Francesco Di Carlo (destinato a diventare sottocapo della Famiglia di Altofonte). Proprio quest’ultimo riferì i termini dell’incontro organizzato con Dell’Utri, durante il processo a suo carico”.

E ancora, vengono riportate le motivazioni della sentenza d’appello, confermata in Cassazione, In tale sentenza si legge (a pagina 410) che Dell’Utri “ha, con pervicacia, ritenuto di agire in sinergia attiva con l’associazione e di rivolgersi a coloro che incarnavano l’anti-Stato, al fine di mediare tra le esigenze dell’imprenditore milanese e gli interessi del sodalizio mafioso, con ciò consapevolmente rafforzando il potere criminale  dell’associazione”. Nella stessa sentenza, a pagina 310, si legge inoltre che: “L’imprenditore milanese, abbandonando qualsiasi proposito (da cui non è parso mai sfiorato) di farsi proteggere da rimedi istituzionali, è rientrato sotto l’ombrello di protezione mafiosa assumendo Vittorio Mangano ad Arcore e non sottraendosi mai all’obbligo di versare ingenti somme di denaro alla mafia, quale corrispettivo della protezione”.

“Il processo Dell’Utri – conclude WikiMafia nel testo della petizione – accertò infatti che Berlusconi avrebbe pagato dal 1974 al 1992 ingenti somme a Cosa Nostra, come corrispettivo della protezione”. Vengono poi citati anche gli elementi che tirano in ballo la Fininvest, ricordando come “nel 2021, la Cassazione ha sancito che scrivere ‘la Fininvest ha finanziato Cosa Nostra’ non è diffamatorio”. Per tutte queste ragioni, che hanno a che fare con l’etica e con il buon senso, WikiMafia chiede che l’Italia non emetta un francobollo con l’immagine di un personaggio che, al di là del giudizio politico, rimane ingombrante.

“Da giovani studenti e studiosi – scrivono in conclusione le ragazze e i ragazzi di WikiMafia – che quotidianamente si impegnano per diffondere conoscenza e consapevolezza sul fenomeno mafioso e che lottano per liberare il nostro paese da mafie e corruzione, troviamo incoerente e altamente diseducativo emettere un francobollo commemorativo per Silvio Berlusconi, al pari di chi invece, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, pagarono con la vita la propria opposizione a Cosa Nostra”. Siamo d’accordo con WikiMafia e abbiamo firmato la petizione, sperando che il Capo dello Stato possa dare seguito a questo sacrosanto appello. Che non è contro Berlusconi, ma a favore della dignità della nostra Repubblica e della nostra storia.

Redazione -ilmegafono.org