Le prime settimane del 2019 hanno portato con loro le scorie dell’anno che si è appena chiuso. Se la politica vive ancora delle battaglie degli ultimi giorni del 2018, con la legge di bilancio che è stata approvata in extremis, la società civile italiana deve fare i conti con i numeri sempre più agghiaccianti sulla presenza delle associazioni mafiose nel tessuto sociale. Quello appena concluso è stato infatti un anno record per quanto concerne il numero di comuni sciolti per mafia. Un problema che negli ultimi anni ha visto un aumento costante e preoccupante.

L’istituto dello scioglimento dei comuni per infiltrazione mafiosa è stato introdotto in Italia nel 1991. Dalla sua entrata in vigore sono stati emessi 498 decreti, di cui 179 di proroga. Se decurtiamo i decreti che sono stati annullati dai giudici amministrativi, otteniamo un totale di 319 decreti di scioglimento emanati in questi 27 anni.

Da questo punto di vista, il 2018 che si è appena concluso è stato un vero e proprio anno nero avendo fatto registrare ben 23 decreti di scioglimento e 20 decreti di proroga. Il terzo anno in assoluto dopo gli altri picchi del 2015 (24) e del 1994 (31). Un trend decisamente preoccupante, ancor di più se si pensa che tutti i comuni sciolti nel 2018 sono del sud Italia, con la Calabria che si attesta al primo posto di questa poco lusinghiera classifica con ben 11 comuni oggetto di questo provvedimento.

Purtroppo questo andazzo non sembra essersi invertito nei primi giorni del nuovo anno. È infatti notizia dell’ultima settimana la nomina, da parte del prefetto di Foggia, di due commissioni che nei prossimi 3 mesi accederanno a tutti gli atti dei comuni di Cerignola e Manfredonia, per verificare l’eventualità di infiltrazioni mafiose che potrebbero condizionare le amministrazioni dei due comuni.

Il comune di Cerignola, in particolare, negli ultimi anni sembrerebbe essere diventato una sorta di università del crimine, visto che si stanno moltiplicando le bande criminali specializzate nelle rapine e negli assalti ai furgoni porta valori, ultimo in ordine di tempo un assalto realizzato con le ruspe venerdì scorso a Melitto, vicino Bari, che ha procurato ai malviventi un bottino di ben 2,3 milioni di euro. Il sindaco della città pugliese si è subito dimostrato collaborativo dichiarando di non aver nulla da nascondere e di essere anzi “lietissimo che ci siano queste verifiche”.

Va comunque specificato che la proliferazione di questo tipo di microcriminalità non è necessariamente legata ad un coinvolgimento delle amministrazioni locali. Stesso discorso anche per quanto concerne Manfredonia, dove però la criminalità locale è più legata direttamente alle cosche storiche della sacra corona unita. Insomma nuovo anno, ma vita vecchia. La speranza chiaramente è che questi accertamenti non facciano altro che confermare le parole di distensione delle amministrazioni pugliesi, ma resta anche quest’anno vivo lo spettro delle infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione del sud Italia.

Vincenzo Verde -ilmegafono.org