Il periodo di ripresa post Covid-19 fa rima anche con Recovery Fund, il fondo europeo con le risorse da utilizzare per la ripartenza. E tra gli obiettivi del Recovery Fund c’è anche quello di garantire infrastrutture che rispettino i valori di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Il criterio fondamentale, entro il 2030, è quello di far sì che ogni cittadino possa essere a meno di un’ora di distanza dalle linee dell’alta velocità, o comunque da una grande infrastruttura ferroviaria. La ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, ha espresso chiaramente questo punto all’apertura del festival dello Sviluppo sostenibile organizzato dall’Assisi (Agenzia Italiana per lo Sviluppo Sostenibile).

La ministra infatti chiarisce: “L’emergenza sanitaria ha rafforzato la convinzione nell’opinione pubblica che i nostri modelli di sviluppo attuali non sono più adeguati a rispondere ai bisogni delle prossime generazioni: non lo sono né in termini quantitativi né in termini qualitativi. Il rischio sarebbe quello di continuare a guidare la macchina del nostro sviluppo guardando lo specchietto retrovisore” (fonte Rinnovabili.it).

Si rende necessario, dunque, un sistema ad alto livello che allo stesso tempo riduca le disuguaglianze sociali e territoriali, e che rispetti tutti i principi di sostenibilità, siano essi di natura ambientale che sociale. Accanto a queste esigenze tangibili sul piano nazionale, è importante garantire equità anche sulla mobilità urbana, in particolare sull’aspetto legato alle periferie che non potranno né dovranno essere più isolate. Insomma, nel Recovery Fund è contenuta di sicuro anche la necessità di trasformare il Paese, ma prima di tutto è necessario ripartire.

Redazione -ilmegafono.org