In occasione della “Giornata mondiale delle tartarughe marine”, svoltasi lo scorso 16 giugno, Legambiente ha promosso un’iniziativa che vede coinvolte numerose persone, con l’obiettivo di salvaguardare questi animali e i loro nidi. Il nome scelto dall’associazione ambientalistica per identificare questi volontari è Tartawatcher, ossia i guardiani delle tartarughe. Il presidio dei Tartawatcher si estenderà su tutte le coste italiane, specialmente quelle del Sud Italia, dove si concentra forse il numero maggiore dei 7 mila nidi di tartarughe marine della specie Caretta caretta presenti nel Mediterraneo. Il processo di nidificazione di questi esemplari è particolarmente delicato, condizionato in senso negativo dall’inquinamento atmosferico, motivo per il quale è essenziale un intervento umano a tutela della specie.

Da quest’anno il sistema viene rafforzato non solo attraverso il nuovo servizio SOS Tartarughe (a cui si può accedere inviando un messaggio WhatsApp o un SMS al numero 349 2100989), ma anche attraverso un ausilio tecnologico d’avanguardia che sfrutta dei droni per il monitoraggio delle spiagge, alla ricerca di eventuali situazioni che necessitino di intervento.

È inoltre stato possibile dare vita all’iniziativa “Lidi amici delle tartarughe marine”, attraverso la quale Legambiente si impegna a riconoscere come “tartafriendly” tutti quegli stabilimenti balneari che si impegnano nel rendere la spiaggia un luogo ospitale per le tartarughe marine, attuando misure come ad esempio la riduzione dell’inquinamento acustico e luminoso nelle ore notturne o a provvedere manualmente alla pulizia della spiaggia.

“L’impegno di Legambiente – si legge sul sito dell’associazione – a favore delle tartarughe marine, del resto, non si limita soltanto l’Italia, ma s’inserisce all’interno di un’ampia rete d’azione che coinvolge altri Paesi affacciati sul Mar Mediterraneo”.  Per leggere tutte le azioni messe in campo a tutela di queste meravigliose creature marine, minacciate dall’uomo, leggi il comunicato stampa completo di Legambiente cliccando qui.

Manuele Foti -ilmegafono.org