Le riaperture sempre più frequenti e generalizzate degli ultimi mesi hanno dato una spinta notevole alla ripresa economica del Paese, soprattutto per quel che riguarda tutti quei settori maggiormente colpiti dalla pandemia. Turismo, ristorazione e poi, a cascata, tutto quel che ad essi è connesso: per migliaia di persone è stato possibile tirare un sospiro di sollievo dopo tanta paura e difficoltà. Purtroppo, però, tali riaperture hanno anche aspetti negativi, aspetti che potrebbero minare la stabilità economica e sociale delle fasce più povere o comunque più fragili.

Con la riapertura delle sale da gioco, infatti, nelle ultime settimane si è registrato un incremento esponenziale di tutte quelle attività legate al gioco d’azzardo in un momento storico in cui, forse per paura della situazione incerta, la gente tenta il tutto per tutto nella speranza di ottenere una vincita che risolverebbe ogni problema. Peccato però che il gioco d’azzardo sia tutto fuorché meritocratico o legato alla dea bendata: sebbene nei giochi, di solito, vinca chi è più abile o più fortunato, in questo caso si tratta di un vero e proprio strumento di autodistruzione totale.

Secondo alcuni studi, nel 2020, nonostante il lockdown e le varie restrizioni imposte, sono stati giocati ben 80 miliardi di euro. Quest’anno, proprio in vista di una libertà di movimento maggiore, si prevede che questa somma possa essere raggiunta e superata ampiamente. Per questo motivo, diverse associazioni che combattono contro i rischi del gioco d’azzardo hanno deciso di scendere in campo e far sentire la propria voce, attraverso importanti iniziative. Tra queste bisogna citare la campagna “Mettiamoci in gioco”, che lo scorso giovedì, a Roma, ha presentato un appello intitolato “Basta azzardo senza regole!”, rivolto al Parlamento e al governo, affinché il gioco d’azzardo venga regolamentato e affinché l’offerta venga ridotta.

Il settore dell’azzardo è “segnato da drammi individuali e familiari che non favoriscono la crescita del Paese, ma anzi ne inghiottono i risparmi in una voragine che lascia dietro di sé una scia di povertà”, si legge in una nota dei promotori della campagna. In tutto ciò, ovviamente, non bisogna dimenticare la fortissima presenza della criminalità organizzata, con un ruolo da sempre centrale per quel che riguarda le sale da gioco (spesso gestite a tutti gli effetti dai clan locali). Insomma, di motivi per contrastare una pratica distruttiva come può essere il gioco d’azzardo ce ne sono tanti e non sorprende che anche la Chiesa abbia preso parte a questa battaglia, a dimostrazione di quanto il gioco sia riuscito a peggiorare drasticamente la vita di tantissime persone.

Sia chiaro: spesso la dipendenza dal gioco d’azzardo si trasforma in una vera e propria patologia e come tale andrebbe trattata. Bisogna ricordare che i giocatori, nella maggior parte dei casi, sono vittime di un meccanismo mentale che si inceppa e che non permette di trovare strade alternative. Visti dall’esterno, i giocatori d’azzardo vengono spesso presi di mira da giudizi facili ed irrisori, quasi come se il sentenziare faccia star bene e rassicuri il proprio ego. In realtà ci troviamo di fronte a gente che ha bisogno di aiuto, che va supportata ed allontanata dalle sale da gioco, sale che rischiano di trasformarsi in vere e proprie prigioni. Bisogna farlo subito e bisogna farlo con determinazione, affinché la vita dei giocatori e quella delle famiglie e delle persone vicine non vengano distrutte.

Giovanni Dato -ilmegafono.org