La Turchia continua a minacciare le vite dei civili curdi e lo fa violando anche le Convenzioni di Ginevra. Lo dimostrano i continui attacchi che si stanno susseguendo in questi giorni nel Kurdistan Iracheno. Una terra senza pace, colpita e martoriata nel totale silenzio internazionale. Si contano al momento due persone ferite in un’esplosione di TNT, avvenuta martedì mattina nel distretto di Duhok, mentre provavano a riparare l’elettricità della zona che era stata interrotta proprio a causa dei bombardamenti turchi la notte precedente. Guidati dalla gente del posto, gli elettricisti del governo sono stati inviati nell’area per risolvere il problema, quando è avvenuto l’incidente.

“Il TNT era sotto un sasso. […] Quando le nostre squadre di soccorso elettrico hanno provato a passare il TNT è esploso”, ha detto il governatore di Duhok, Ali Tatar in una conferenza stampa. I civili nella provincia di Duhok si dicono terrorizzati, lo dimostrano anche le interviste rilasciate ai principali giornali di informazione del Kurdistan Iracheno. Il terrore è aumentato dopo che la Turchia ha lanciato venerdì sera una nuova offensiva militare transfrontaliera contro il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), soprannominata Operazione Claw-Lightning e Claw-Thunderbolt. Alcune aree di Duhok sono diventate il cuore pulsante dell’incursione portata avanti dalla Turchia senza scrupoli alcuni per i civili.

“Nei bombardamenti dei giorni scorsi – ci racconta un civile – abbiamo visto missili essere lanciati a 500metri dalle nostre case. Non ci sentiamo più al sicuro. Abbiamo paura”. L’Agenzia di stampa ANF intanto denuncia l’uso di gas tossici da parte della Turchia ad Avashin, nella provincia di Duhok. Atto che andrebbe a costituire l’ennesima violazione dei Protocolli di Ginevra da parte del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. Dal 1925 difatti è categoricamente proibito “l’uso in guerra di gas asfissianti, tossici e simili, e dei mezzi batteriologici”.

Se fino a soli due mesi fa, l’Europa tutta e l’Italia in particolar modo guardavano con occhi gravidi di curiosità e orgoglio Papa Francesco varcare i confini iracheni e giungere nel territorio del Kurdistan – lanciando così un importante messaggio – ecco che ora sembra essere calato di nuovo un macabro sipario. Peccato però che, dietro le quinte, i civili continuano a morire, mentre diritti umani e convenzioni internazionali continuano ad essere violati da parte di uno Stato membro della NATO quale è la Turchia.

Rossella Assanti -ilmegafono.org