Di Covid19 si parla ovunque, in ogni luogo, in ogni spazio libero di tempo. Non si parla, invece, di come questa pandemia abbia colpito anche zone nelle quali non esiste un sistema sanitario adeguato ed efficiente. Come, ad esempio, il Kurdistan iracheno, dove i civili sono vittime non solo del virus ma di un sistema sanitario al collasso e di una conflittualità politica interna che funge da mina antiuomo. Ne è la dimostrazione tangibile la situazione presente nei campi profughi di Makhmour, dove sono presenti la maggior parte dei profughi kurdi provenienti dal Kurdistan turco e dove, al tempo stesso, si è creata una comunità autonoma e auto-organizzata seguendo la politica del Confederalismo Democratico.

Makhmour non è stata risparmiata dal Covid19, ma anzi è stata colpita ed è in ginocchio a causa di un sistema sanitario pressoché inesistente e di una chiusura ermetica da parte dell’Iraq, che non permette ai profughi l’accesso agli ospedali. “Siamo senza bombole di ossigeno”, denunciano i civili presenti a Makhmour. “La gente qui si sta ammalando di Covid e sta morendo per strada come fossero animali. Gli ospedali iracheni ci hanno chiuso le porte in faccia lasciando morire uomini e donne nel peggiore dei modi: ignorandoli”. Viene negato dunque uno dei principali diritti: quello alla cura e alla vita. Nel totale silenzio internazionale, senza una voce a fungere da eco della loro disperazione.

“Stiamo facendo il possibile per sopravvivere – ci dice una donna – Dobbiamo farlo con i mezzi che abbiamo, con i pochi respiratori che alcune associazioni ci hanno donato, ma non bastano essendo una decina, per questo i casi più gravi si rivolgono agli ospedali del Kurdistan, arrivano lì in pessime condizioni, con polmonite acuta, mancanza di ossigeno, febbre. Purtroppo sei persone sono morte per strada, da sole, senza ricevere alcun aiuto. Non si può affrontare così un’epidemia”.

È la voce rotta dal dolore di una donna che ha visto morire suo cugino senza ausilio alcuno da parte delle autorità irachene. Lì su quel fazzoletto di terra continua a morire l’umanità. Lì ci sono esseri umani costretti a combattere contro il gelo, la povertà e ora soli a fronteggiare una pandemia senza mezzi con cui contrastarla, con una politica governativa dell’Iraq che continua a remare contro il popolo curdo, negandogli persino il diritto alla vita.

Rossella Assanti -ilmegafono.org