Uno studio recente dell’Università spagnola di Castiglia-La Mancha mette in guardia gli esperti sui cambiamenti in corso nel Mediterraneo. Da sempre ambito per il clima mite e le condizioni di navigazione quasi sempre favorevoli, il mar Mediterraneo sarà interessato nei prossimi anni da un cambiamento radicale che parte dal clima: le tipiche tempeste mediterranee stanno per trasformarsi in veri e propri uragani, stando ai metri di valutazione delle scale apposite, dettati dai parametri Saffir-Simpson.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Geophysical Research Letters, nello specifico, rileva una diminuzione dei cosiddetti “Medicane”, da Mediterranean Hurricane, ma un forte incremento della potenza devastante degli stessi, tanto che tra il 2081 e il 2100 si potranno catalogare nella Categoria I degli uragani. Le analisi sono state effettuate su dati atmosferici e flussi marini, nell’ottica di previsione di piogge e correnti di vento, e il primo risultato tangibile è lo stretto legame con i cambianti climatici in atto nel Mediterraneo e in tutto il mondo. Questo il motivo per il quale le tempeste tenderanno a diventare uragani: si sa infatti che gli uragani nascono dall’incontro tra bacini d’acqua calda.

I futuri Medicane potrebbero arrivare a venti pari a 120 km/h, un’intensità quasi raddoppiata rispetto a quelli attuali, una potenza pari a quella degli uragani che negli ultimi anni hanno provocato enormi danni sulle coste tropicali e caraibiche. In alcuni casi, l’intensità arriverà anche a 150 km/h, classificandosi quindi nella II categoria.

Rispetto alle zone caraibiche, la portata distruttiva dei Medicane potrebbe essere maggiore, in quanto la fascia mediterranea è, per le caratteristiche climatiche e geografiche, molto più abitata e popolosa. Gli uragani mediterranei, quindi, non saranno di certo passeggeri, ma potrebbero lasciare il segno della loro distruzione per lungo tempo.

Redazione -ilmegafono.org