Da sempre si è pensato alla Svizzera come a un Paese tranquillo, in cui regnano la neutralità, la legalità, il quieto vivere. La Confederazione, nell’ottica generale, è probabilmente il posto in Europa più tranquillo, più lontano dal trambusto e dai problemi degli Stati vicini e ciò giova non poco alla reputazione della stessa. Purtroppo, però, questo “stare in disparte” non ha soltanto degli aspetti positivi. La giornalista italo-svizzera Madeleine Rossi, in collaborazione con Sforge – Cerchioblu, ha realizzato un report-inchiesta che consiste in una raccolta di documenti vari (tra cui articoli di stampa, rapporti annuali della Polizia federale, atti parlamentari, interviste), al fine di delineare e “quantificare” la presenza della mafia e la frequenza con la quale la stessa si è mostrata al pubblico.

Proprio l’opinione pubblica, tra l’altro, è uno dei punti su cui ancora bisogna lavorare e fare molto: in generale, in Svizzera, la società civile sembra indifferente al problema legato alla criminalità. Molte sono le persone che non vogliono parlarne; troppe, forse, quelle che ignorano l’esistenza di una rete di ingiustizia e illegalità che rischia di inquinare il proprio Paese. Persino tra le aule dei tribunali e negli ambiti della magistratura vi è una consapevolezza scarsa, quasi irrisoria: al di là di pubblicazioni giuridiche ed accademiche, spesso gli stessi magistrati fanno riferimento ad atti ed inchieste italiani, dimostrando così una preparazione ed una conoscenza che non può far fronte ad un pericolo come quello mafioso.

È per questo motivo che inchieste come quella di Madeleine Rossi (e non solo) devono godere di un’attenzione maggiore, poiché si tratta di un elemento di fondamentale importanza nella lotta alla criminalità. Tutto ciò, inoltre, diventa ancor più cruciale soprattutto se si pensa che, a differenza di quella italiana, la giustizia svizzera è piuttosto arretrata e si trova in una posizione di inferiorità notevole rispetto al know-how mafioso. Forse, per la prima volta, l’Italia può vantare un vantaggio rispetto agli svizzeri, ma ciò non significa che si possano ignorare segnali tanto preoccupanti: il problema mafioso non è più un problema nazionale, ma è sempre più un problema internazionale.

Giovanni Dato -ilmegafono.org