“Non insegnate ai bambini la vostra morale, è così stanca e malata, potrebbe far male”, cantava Giorgio Gaber. Un appello duro all’interno di un brano bellissimo, pubblicato nel 2005, dopo la morte del cantautore. Parole attuali e applicabili ai nostri giorni, alla politica mondiale e a quella italiana, ma anche ai media, alla società in generale. La morale, che fa rima con l’etica e con la coscienza. Valori corrotti, usurati, avvolti dentro la stoffa lisa con la quale si cerca vanamente di nascondere il volto ferito e sanguinante della democrazia, divorata dal potere, dalla comunicazione disordinata, dalla fragilità della cultura e dalle diverse forme, più o meno sottili, di propaganda. Non insegnate ai bambini la crudeltà della guerra e la spietata violenza degli eserciti, né l’arroganza di chi finge di cercare la pace attraverso posizioni e frasi altrettanto guerrafondaie.

Non insegnate ai bambini la morale fasulla di chi, come il premier Draghi, crede che a un conflitto in atto tra due Stati si risponda investendo ulteriori risorse in armamenti, aumentando le spese militari. Una scelta inconcepibile, sia sul piano etico sia su quello economico, specialmente dentro un Paese ancora immerso nella crisi aggravata dalla pandemia, Una scelta mascherata dal presunto senso di responsabilità verso la NATO, ma che invece, a pensar male, appare più come una paura di scontentare gli interessi di una delle industrie più floride e potenti del nostro Paese, ossia quella delle armi. Ma non c’è solo la guerra a insanguinare il pianeta e a partorire una morale stanca e malata. Malgrado tutto il mondo abbia posato gli occhi e le orecchie sul conflitto russo-ucraino, infatti, gli inferni che avevamo già visto prima hanno continuato a bruciare orrori e ingiustizie.

Nessuno più si occupa della questione libica. Eppure, come ha rivelato un dossier della missione Onu in Libia, e come ha confermato anche Amnesty International nel Rapporto 2021-2022 sulla situazione dei diritti umani nel mondo, nel paese nordafricano i migranti continuano a subire violenze, stupri, minacce, torture. Un orrore infinito vissuto da esseri umani in carne e ossa, esattamente come gli ucraini verso i quali stiamo aprendo le porte, allestendo un sistema di accoglienza integrato e capillare. In Libia, i migranti in fuga che cercano di passare per arrivare in Europa e trovare riparo o accoglienza vengono trattenuti illegalmente, e per periodi prolungati, nei centri di detenzione gestiti dalle milizie, in affari con la guardia costiera e le autorità libiche. Tutto sotto la regia e con l’accordo delle istituzioni italiane, che hanno “esternalizzato” la gestione del fenomeno. Come se si trattasse di merce e non di uomini, donne e bambini.

È l’Italia ad avallare la gestione dei migranti in Libia, attraverso accordi economici e militari, attraverso la formazione dei guardiacoste, la fornitura di mezzi e motovedette. Le stesse che catturano i profughi dopo averli spogliati di tutto, massacrati e poi messi su un barcone. Catturati e riportati nei lager, per essere ricattati e spogliati ancora. Un business infame e disumano, un genocidio con la firma leggibile di Italia ed Europa. Come riporta il Rapporto 2021-2022 sulla situazione dei diritti umani nel mondo, sono ben 32.425 i rifugiati e migranti catturati nel Mediterraneo centrale nel 2021, la cifra più alta mai registrata fino ad ora. Sono aumentati anche i morti nel Mediterraneo: 1.553 nel 2021, mentre nel 2020 erano stati 999.

Quella contro chi emigra verso l’Europa è un’azione studiata, scientifica, che accomuna i governi che si sono succeduti in questi ultimi anni. Una strategia che ha richiesto contemporaneamente la sparizione delle missioni di soccorso e la criminalizzazione delle Ong e di chiunque cercasse di fornire quel soccorso e testimoniare gli effetti funesti delle decisioni delle nazioni europee. Tutto ciò solo per puro calcolo politico, per consenso elettorale, per questione di conservazione o conquista del potere. E allora, per tornare a Gaber, non insegnate ai bambini nemmeno la morale grigia e malata della ministra Lamorgese, la quale, durante un’audizione al Comitato Schengen, ha sbandierato fiera i dati degli arrivi in Italia negli ultimi mesi: “Un costante trend in diminuzione dal novembre 2021, che si è accentuato fortemente – ha affermato Lamorgese – nel mese di marzo, quando abbiamo registrato 437 arrivi dalla Libia, meno di un terzo rispetto al mese di marzo del 2021 quando ne erano arrivati 1.505”.

Ottimo lavoro, signora ministra. D’altra parte, non si può pretendere umanità da chi ha sempre mostrato di non avere una morale salda e sana che le avrebbe permesso di aggiungere all’annuncio delle cifre anche la spiegazione drammatica di quel “trend in diminuzione”, vale a dire i morti in mare e, ancor più, il trattenimento violento, la cattura e il respingimento in Libia ad opera di milizie e guardia coste feroci, foraggiate dall’Italia, con una strategia decisa con l’ok dell’Europa. Le milizie, infatti, sono una controparte, sono le mani sporche al servizio di un disegno freddo e lucido, dove etica e coscienza non hanno mai trovato spazio. Ecco, allora, non insegnate nulla di tutto ciò ai bambini, ma invitateli a fare domande. Un giorno verranno a chiederci il perché di tutto questo. In molti avranno vergogna di rispondere.

Massimiliano Perna -ilmegafono.org