Con ben 453 voti favorevoli, lo scorso 17 settembre, il Parlamento Europeo ha approvato un importante regolamento sulla deforestazione. Qualche mese fa, precisamente a giugno, il medesimo tema era già stato affrontato, su proposta della Commissione Europea, dal Consiglio Ambiente dell’UE che però, con la sua votazione, aveva notevolmente indebolito l’incisività dell’azione prevista dalla proposta normativa. “La proposta della Commissione Europea pubblicata lo scorso novembre – riportava, all’indomani delle votazioni del 28 giugno, un comunicato del Wwf – conteneva elementi forti”. “Tuttavia – continuava la nota diramata dall’associazione ambientalista – dopo il voto di oggi, non sembra più così. Gli Stati membri hanno deciso di eliminare molti elementi chiave della legge”.

Una cocente delusione che ha trovato però consolazione e riscatto nel più recente provvedimento europeo. Un testo che vanta tra l’altro un fortissimo sostegno pubblico, poiché nato dalla raccolta di oltre un milione di firme in tutto il territorio europeo. Il regolamento appena approvato prevede controlli più ampi ed incisivi nell’ottica di ridurre il cambiamento climatico globale e la perdita della biodiversità, impedendo l’ingresso sul mercato comunitario di prodotti e materie prime legati alla distruzione delle foreste o alla violazione dei diritti umani. Secondo quanto stabilito dal testo approvato, sarà necessario per le aziende operanti nell’UE adeguarsi alla due diligence. Bisognerà per l’appunto garantire che i prodotti venduti non provengano da terreni deforestati o degradati e che siano stati realizzati nel pieno rispetto dei diritti umani.

Rispetto al precedente provvedimento, il testo ha ampliato l’elenco dei prodotti e delle materie prime oggetto di regolamentazione, ha esteso le responsabilità alle istituzioni finanziarie europee, escludendo che i loro investimenti possano riguardare progetti o società legati ad attività di deforestazione, e ha eliminato qualunque tipo di esenzione dai controlli per le aziende o per prodotti aderenti a schemi di certificazione volontaria. “Il voto di oggi – ha dichiarato Martina Borghi di Greenpeace – è un grande passo avanti per affrontare le responsabilità dell’Unione rispetto alla deforestazione nel mondo. Ora la responsabilità passa ai governi nazionali, che dovranno rispettare il volere dei cittadini europei e non fare gli interessi di aziende e multinazionali che vorrebbero creare scorciatoie per aggirare la normativa”.

Medesima soddisfazione per il testo approvato è stata espressa anche dal WWF che lo ha definito “un chiaro sì alla protezione delle foreste e delle savane e ai diritti delle popolazioni indigene, ma anche alle richieste dei cittadini europei che non vogliono alimentare la distruzione della natura con i loro consumi”. Adesso la normativa c’è, è chiara, è forte, prevede garanzie ed un ampio ambito di applicazione. Tocca agli Stati membri vigilare che sia rispettata nei singoli territori nazionali, alle aziende fare la propria parte per adeguarsi alla due diligence richiesta dalla normativa e ai consumatori fare la propria parte per assicurarsi che il proprio consumo sia il più possibile “sostenibile”.

Anna Serrapelle -ilmegafono.org