Come si comportano le città italiane quando si parla di misure antismog? Legambiente prova a rispondere a questa domanda con il report “Mal’aria”, un’analisi elaborata confrontando la concentrazione di polveri sottili e biossido di azoto negli ultimi cinque anni. Le pagelle stilate parlano chiaro, con solo il 15% delle città che raggiungono un voto dignitoso: Sassari (voto 9), Macerata (voto 8), Enna, Campobasso, Catanzaro, Grosseto, Nuoro, Verbania e Viterbo (voto 7), L’Aquila, Aosta, Belluno, Bolzano, Gorizia e Trapani (voto 6).

Tutte le altre invece sono sotto la sufficienza, con Torino, Palermo, Roma, Milano e Como con voto 0. “Il governo italiano grazie al Recovery Fund ha un’occasione irripetibile per modernizzare davvero il Paese partendo dalle città con interventi strutturali che mettano al centro la mobilità sostenibile, elettrica, condivisa, ciclopedonale e multimodale”, fa notare Legambiente. L’inquinamento delle città italiane ha pesanti ricadute anche sulla salute, una difficoltà che si aggiunge al già critico periodo segnato dal Covid-19. Il problema dello smog persiste: sebbene alcune città raggiungano la sufficienza, non si registrano dati precisi raccolti nel corso degli anni, non è possibile dunque valutare con accuratezza la loro idoneità.

Il report di Legambiente arriva a ridosso dell’inizio di ottobre, momento in cui prenderanno il via le disposizioni dell’ “Accordo del bacino padano”, un tentativo di ridurre l’inquinamento atmosferico, capace di causare 60mila morti l’anno. Un triste primato che l’Italia condivide con la Germania. Legambiente chiede inoltre al governo e alle regioni maggiore impegno sulle politiche ambientali, con un monito particolare alle regioni dell’area padana che hanno rimandato il blocco della circolazione dei mezzi più inquinanti. Per arrivare a un punto ottimale, è necessario dare slancio al trasporto pubblico e alla sostenibilità, con misure adeguate e di ampio respiro.

Redazione -ilmegafono.org