Nella vastità della mente umana un cielo nero può essere il preludio a qualunque cosa. L’oscurità che accompagna la notte è per tutti noi un inconsapevole presagio di avvenimenti magnifici o terribili. Per i musicisti che vi presentiamo oggi, l’oscurità è un viaggio dentro sonorità e anima, un percorso intenso che ne caratterizza musica e contenuti. Loro sono i Cieli neri sopra Torino e la loro musica è un azzeccato mix tra bello e cattivo tempo, tra giorno e notte, tra quello che è lo strato superficiale dell’animo e quello più recondito.

Il loro sound è a volte uno schiaffo improvviso, a volte una carezza attesa. Un sound molto attuale che sa bilanciarsi all’interno di un genere difficile ma di sicuro effetto, se ben proposto.

Parliamo del rock alternativo, quello di nuova generazione, contaminato da altri stili musicali. Un genere dinamico e versatile, dentro il quale poter modellare le proprie idee e abbozzare qualcosa di nuovo a livello musicale. E i Cieli neri sopra Torino sono esattamente questo: qualcosa di molto moderno, un sound mainstream, ma che contiene quel pizzico di diversità che lo rende imprevedibile, come una notte buia affrontata senza una meta. Ed è proprio questo il bello dell’ascolto della loro ultima produzione discografica: “Babilonia”.

Questo album, che prende il nome dalla antica megalopoli, ci mostra tutto quello che può fuoriuscire dall’animo di una persona (e soprattutto da quella di un musicista). Lungo le otto tracce che compongono “Babilonia”, infatti, c’è abbastanza varietà da attirare a sé diverse tipologie di ascoltatori, grazie soprattutto al genere trattato che, come detto prima, anche grazie ad una certificata bravura dei componenti della band, riesce a cambiare rapidamente e ripetutamente atmosfera, alternando brani soft ad altri più aggressivi e graffianti.

Quello dei Cieli neri sopra Torino (che abbiamo ospitato durante l’ultima puntata di “The Independence Play” sulla nostra web radio) è un bel lavoro, che merita di essere ascoltato e apprezzato, come una notte pronta a rivelarci i suoi più affascinanti misteri.

 

La copertina dell’album “Babilonia”