Stanno definendo gli ultimi preparativi i curatori di Sudestasi Contemporanea per accogliere nel capoluogo lombardo Demetrio Di Grado, rinomato street artist siculo, per un evento totalmente nuovo. Dopo aver inaugurato, durante il FuoriSalone 2021 (visitabile fino al 20 ottobre), la collettiva #papercutting nello show-room Marset di Brera, che vede protagonisti i siciliani Angelo Bramanti, Carlo Gilè e lo stesso Di Grado, insieme al celebre collage artist milanese Giuseppe Ragazzini, i curatori Angelo De Grande e Ciro Salinitro sono pronti a definire un altro ambizioso progetto che vede protagonista la street art. Demetrio Di Grado (classe ‘76), palermitano di nascita e calatino d’adozione, è conosciuto ai più per i suoi interventi su strada (stencil e spray) nei quali donne e bambini, “prelevati” da riviste vintage, prendono vita a grandezza naturale con dei messaggi ironici e provocatori che ne censurano gli occhi, creando uno stile tutto personale che lo stesso artista definisce “Vintage-Pop”.

In strada come in galleria, allargando sempre di più i confini, la creatività di Di Grado sembra essere senza limiti. Il 25 settembre, infatti, le strade della “Milano che non si ferma” ospiteranno alcuni “suoi bambini” partendo da uno “street-bombing” tutto da scoprire, per concludere alle 19 al cocktail bar “Graphic” in Via Vittorio Veneto 6, in Porta Venezia, con un intervento live in cui installerà due opere inedite.

Quali sono le tue impressioni su questo progetto milanese?

È la prima volta che ho l’occasione di fare street-art a Milano e non nascondo che sono un po’ emozionato. Nel 2017 ho partecipato al Collagistas Festival, evento annuale itinerante dedicato alla collage art che aveva riunito artisti da ogni dove, ma tra indoor e outdoor c’è tanta differenza. La mia ricerca è nata a dicembre del 2016, dopo gli anni di esperienza maturati con ManSourcing, dove mi sono occupato di organizzazione e curatela per tantissimi artisti tra street-artist, ecologisti, pittori, scultori, tatuatori. Ad un certo punto mi sono reso conto che mi ero messo totalmente da parte e ho sentito il bisogno di ricominciare da me. Nel 2017 c’è stata la prima mostra a Palermo dove è iniziata la collaborazione con Francesco Piazza che, negli anni, oltre che curatore del mio progetto, è diventato anche un amico fraterno. In quella mostra ho presentato i primi bambini con messaggi lapidari, spiazzanti, ironici: così è nato il progetto “KIND”. Le figure sono prese da vecchie riviste che raccontano una società passata che viene messa in contrapposizione alle consapevolezze della società contemporanea attraverso i messaggi apposti sugli occhi.

Come si svolge la tua ricerca? Come concepisci le tue opere?

I lavori indoor li concepisco in serie. Mi piace lavorare in serie, è come per un musicista lavorare ad un album: c’è sempre la traccia “radio-edit”, quella che ti deve fare saltare e la senti ovunque, ci sono le tracce a cui tieni di più e quelle fatte per riempire il minutaggio (ho anche un passato da dj e la musica è sempre stata una componente importante della mia vita). Una serie a cui sono molto legato è “Canditi al Veleno”, nella quale concentro la mia ricerca sul ruolo della donna e l’empowerment femminile. È stata presentata a Roma, alla galleria Rosso20sette a gennaio 2020 e, nonostante la pandemia e le chiusure, ha riscosso un notevole successo. Quest’anno, grazie a Sudestasi Contemporanea, sono potuto tornare a Milano prima con la personale “Romanzare Noia”, poi all’interno della collettiva “#papercutting” con artisti come Bramanti, Gilè e Ragazzini, che stimo tantissimo. Adesso ho anche l’occasione di fare un’altra importante tappa dello Street-Collage Tour.

Il modus operandi cambia per i lavori da galleria e quelli da strada?

Sì, i lavori da strada sono ben diversi: cambiano le intenzioni, cambiano i messaggi e, soprattutto, non sono concepiti in serie. Nella strada c’è l’occasione di confrontarsi con ogni tipo di persona, con tutta la società, che oramai è talmente tanto presa dal digitale che la carta sembra un mezzo obsoleto. Ed è per questo che principalmente in questi lavori faccio tanti rimandi al mondo social e a come questo abbia cambiato la società contemporanea. Mi viene sempre in mente quella canzone dei Linea77 che dice “Che cosa vedi? Mia giovane mente assiderata/Con mille amici su myspace e un’altra cena in solitaria” (Il Mostro -2008, ndr), perché è così che vedo un po’ le cose come sono oggi.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Al momento stiamo preparando una collaborazione con la galleria “The Blender” di Atene. Con loro presenterò la serie “Ricominciare dalla Fine”. Quest’estate, con Francesco Piazza, siamo andati ad Atene e ho avuto la possibilità di installare una piccola anteprima di questo progetto inedito in strada, aggiungendo così anche questa importantissima città allo Street-Collage Tour. La mostra è prevista per il 2022, ma al momento non posso aggiungere altro.

Intanto restiamo in attesa del 25 settembre e della nuova tappa dello Street-Collage Tour che, se non siete a Milano, potrete seguire attraverso i canali social di Sudestasi Contemporanea e Demetrio Di Grado.

Sarah Campisi -ilmegafono.org