Sembra essere calato il sipario sulla realizzazione in Italia del cosiddetto solare termodinamico, ovverosia del programma di costruzione di centrali solari termiche a concentrazione, una tecnologia ideata da Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica nel 1984. L’Associazione Anest, che accomuna importanti società italiane interessate allo sviluppo del mercato del solare termodinamico per la produzione di energia termica ed elettrica, ha deciso lo scioglimento del raggruppamento dissolvendo 300 milioni di investimenti destinati alla costruzione di 14 grandi impianti. La scelta tecnologica sperimentale innovativa avviata con la costruzione dell’impianto solare termodinamico “Archimede” presso la centrale elettrica Enel di Priolo Gargallo (Siracusa), su iniziativa congiunta di Enel e Enea, rimane l’unica installazione realizzata in Italia.

La centrale di Priolo, di piccole dimensioni in quanto progetto pilota, nell’ambito di un sistema a ciclo combinato con la centrale turbogas, contribuisce a sviluppare con i suoi 5 Megawatt di potenza un apporto aggiuntivo alla produzione di energia elettrica di circa 20 Megawatt/h, pari a 20 milioni di chilowattora di energia pulita priva di emissioni. Se si tiene conto che il pieno sviluppo di questa tecnologia consentirebbe la realizzazione di impianti solari, non solo inseriti in sistemi di ciclo combinato con centrali termoelettriche ma anche come impianti autonomi (a torre, fresnel e altro), con potenze tra i 30 e gli 80 megawatt, è facile comprendere lo straordinario apporto di energia pulita e rinnovabile in misura di miliardi di chilowattora di elettricità. Gli ulteriori e più avanzati sviluppi di questa tecnologia, che favorisce la transizione dall’utilizzo dei combustibili fossili, con il loro carico di agenti inquinanti che alterano l’ecosistema, verso un futuro di energie rinnovabili e pulite, non ha trovato nel nostro Paese un adeguato sostegno e una programmazione positiva.

È noto a tutti che il fisico Carlo Rubbia, non trovando nel 2005 sostegno e riconoscimento nel governo Berlusconi sulla nuova tecnologia green e non venendo riconfermato all’Enea dal ministro Scajola, decise successivamente di sviluppare in Spagna la tecnologia del solare termodinamico. Questo grazie alla decisione del parlamento spagnolo che nel frattempo aveva approvato una legge sul solare termodinamico come fonte rinnovabile strategica. Il progetto pilota “Archimede” elaborato da Rubbia sarà addirittura cantierizzato solo qualche anno dopo (nel 2008) e completato nel 2010. Da quel momento l’Italia è rimasta al palo: preda delle contraddizioni politiche e dell’assenza di una strategia avanzata sulla piena utilizzazione delle migliori fonti di energia rinnovabile. Ciò nonostante il solare termodinamico sia più efficace, avendo bisogno di aree meno estese rispetto al fotovoltaico per la installazione delle diverse tipologie di specchi (collettori) necessari per l’assorbimento della luce solare ed essendo in grado di garantire, attraverso i serbatoi di accumulo dell’energia termica, continuità di flusso di potenza anche nelle ore di assenza della luce solare.

Incapacità di visione progettuale, pastoie burocratiche, assenza di pianificazione per individuare aree idonee alla costruzione degli impianti, come aree industriali dismesse, escludendo zone sottoposte a vincoli ambientali e paesaggistici o a elevata tutela ambientale, hanno bloccato ogni progresso in questo settore. Mentre in Italia, con condizioni favorevoli di irraggiamento solare, il solare termodinamico si è arenato, nella vicina Spagna la nuova tecnologia con i circa 50 impianti installati con una potenza complessiva pari a 2304 megawatt ha consentito di raggiungere, nel periodo gennaio-maggio 2019, risultati record nella produzione di energia elettrica (2026 Gigawatt, pari a 2026 miliardi di chilowattora). Traguardi che seguono un trend costante malgrado gran parte delle centrali solari siano attive da oltre 10 anni. Nel nostro Paese, a fronte della accresciuta incidenza delle fonti rinnovabili (fotovoltaico, geotermia, idroelettrico, eolico, biomasse, ecc.) nella produzione di energia elettrica lorda (attorno al 35%,), l’incidenza dei combustibili fossili (petrolio, gas, carbone) è ancora elevato.

Questa situazione rende acuti gli enormi problemi delle emissioni in atmosfera di anidride carbonica (CO2), che contribuiscono all’effetto serra causa dei mutamenti climatici, e di altre sostanze inquinanti responsabili della crescita di gravi patologie. Appare ancora più incomprensibile che i governi che si succedono nel tempo non siano in grado o non vogliano privilegiare una svolta radicale verso l’estensione delle fonti di energia rinnovabile e pulita, in grado di far scemare drasticamente i livelli di inquinamento e di salvaguardare l’ambiente. Vengono anzi mantenute in vigore leggi “ambienticide”, come il cosiddetto Sblocca Italia, voluto dal governo Renzi, che diede il via libera all’assalto del patrimonio ambientale e delle risorse naturali del nostro paese da parte delle lobby del petrolio.

La moratoria varata dal precedente governo giallo-verde ha infatti solo sospeso per 18 mesi il rilascio di nuove autorizzazioni di ricerca di idrocarburi, ma nulla ha modificato sulle concessioni già date, senza tener conto, come ad esempio in Basilicata, di permessi di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi che hanno già determinato pesanti alterazioni ambientali e fenomeni di contaminazione e che sembrano coincidere con un sensibile incremento dell’incidenza di patologie tumorali. Nello stesso tempo in Sicilia il governo regionale, in funzione della sua autonomia speciale, avvalendosi della competenza esclusiva in materia di miniere cave e torbiere, ha eluso la stessa moratoria nazionale sulle ricerche petrolifere concedendo alla società petrolifera Maurel Prom Italia permessi di prospezione con rilievo geofisico in un’area di 660 kmq (cosiddetta area “Fiume Tellaro”) che coincide con il Val di Noto, sito Unesco patrimonio dell’umanità.

Poco importa che le prospezioni verranno effettuate con il sistema Vibroseis (a vibrazioni non invasive senza l’uso di esplosivi). In realtà si vuole violentare un ambiente straordinario sotto il profilo storico, archeologico, naturalistico e paesaggistico, pur avendo la quasi assoluta certezza che gli eventuali giacimenti (frutto di stime tecniche e scientifiche precedenti) costituirebbero quantità irrilevanti di idrocarburi gassosi o liquidi. La Maurel Prom Italia, società sussidiaria della Maurel & Prom con sede a Parigi, è in realtà una nuova maschera della texana Panther Eureka, che da oltre 15 anni tenta di azzannare il territorio siciliano e che più volte è stata costretta alla resa dalla grande mobilitazione delle comunità locali che devono trovare ancora una volta la forza e la capacità di metterla in fuga.

Salvatore Perna -ilmegafono.org