Il Wwf lancia un’accusa precisa al governo italiano: seguire la linea imprenditoriale nella gestione degli impianti balneari e delle relative spiagge, tutto a discapito dell’ambiente. Il recente “Decreto sviluppo” pare sia stato scritto “sotto dettatura”, come affermano i portavoce del Wwf. Sarebbe infatti stato scovato il resoconto di un incontro avvenuto nel gennaio 2010 tra governo ed Assbalneari, facente quest’ultima capo a Confindustria. Da questo resoconto emergerebbe una preoccupante incapacità del governo nel gestire gli impianti balneari e lo sviluppo economico degli stessi, causando forti ripercussioni sul piano ambientale.

Dal documento risulterebbe un solo piano operativo, quello di Assbalneari, dando cosi un’impronta fortemente imprenditoriale sulla salvaguardia delle spiagge. In termini burocratici l’incontro ha prodotto notevoli vantaggi per le associazioni balneari: proroghe delle concessioni sul territorio fino al 2015, concessioni demaniali cinquantennali ed ampliamento del demanio marittimo. Le proroghe sono state concesse e legalizzate con il decreto 25/2010.

Ma non è tutto: pare che il governo voglia ampliare le proroghe a novant’anni, entrando cosi in conflitto con gli orientamenti dell’Unione Europea ed aggravando ulteriormente la già preoccupante situazione delle coste italiane. In questo modo molti stabilimenti balneari resterebbero in vita fino al 2035, ma non possiamo garantire lo stesso per spiagge ed ecosistemi marittimi. Mentre si muove con grande partecipazione la protesta ambientalista, i ministeri di Turismo, Beni Culturali ed Ambiente promettono e garantiscono tutela e sicurezza per le spiagge italiane, ma il testo del decreto legge li smentisce su tutta la linea: i ministeri non possono intervenire in alcun modo nella gestione degli stabilimenti.

Carta bianca per gli imprenditori che dunque potrebbero sfruttare come meglio credono spiagge e fondali. Ma c’è di più: le imprese interessate agli stabilimenti potrebbero anche chiedere permessi speciali a Regione e Provincia per ampliare le proroghe ed il raggio d’azione territoriale. Una bella batosta per i nostri mari e una bella scrollata di responsabilità da parte del governo. Quel che si verificherà sarà probabilmente una massiccia cementificazione delle spiagge italiane: sono previsti infatti 10 milioni di metri cubi di cemento in più rispetto alla norma. Intanto il presidente dei Verdi Angelo Bonelli annuncia per il prossimo 18 giugno una protesta nazionale contro la privatizzazione delle spiagge.

Laura Olivazzi -ilmegafono.org