Il Kurdistan iracheno resta in balia di incertezze economiche in picchiata, dell’imperante minaccia di attacchi terroristici che minano le vite dei civili anche e soprattutto nelle aree dei campi profughi, le più vulnerabili del Paese. Ed è in queste zone che fiorisce una resistenza civile, lo dimostrano i progetti che stanno nascendo per dare speranze continue ad un presente caotico. È nata così Walking Arts – Art Culture & Heritage, una Ong creatasi dalla coesione di forze dell’Associazione Ya Basta e di Un Ponte Per. Luca Chiavinato, musicista e da tempo attivo anche nel territorio iracheno, è stato uno dei padri fondatori di questo progetto. Ha accettato di essere intervistato per ilmegafono.org.

Come è nata Walking Arts?
Walking Arts è la Ong che abbiamo creato nel tempo, unendo progetti e forze fino a giungere qui, a questo movimento dell’arte e delle persone che si muovono per incontrarsi. L’abbiamo registrata sia a Baghdad che nel Kurdistan iracheno. L’intento è quello di creare un network che connetta la maggior parte degli artisti dell’Iraq e non solo. Attraverso i miei laboratori di musica è nata la realtà fatta di musicisti chiamata Mshakht, parallelamente in Sulaymaniya dai laboratori del fumettista Claudio Calia è nato un percorso collettivo di fumettisti in collaborazione con Karge Comics Studio. Walking Arts è composta sia da amatori che professionisti e il bello è vedere tutte queste persone unirsi nella musica e nell’arte. La grande novità di questo progetto, inoltre, è che non è solo l’arte ad unire e a spingerci oltre una imponente crisi economica, oltre le paure, le minacce di un territorio in bilico perenne tra il conflitto e la calma apparente, bensì l’approccio innovativo alla musica stessa grazie alla musicoterapia. Un approccio di cui queste terre hanno bisogno per fiorire sotto prospettive differenti e sviluppare nuove capacità.

La musicoterapia applicata in contesti del genere è una grande novità di cui Walking Arts è portatrice, come è questo approccio?

Facciamo musicoterapia e didattica musicale anche per persone con disabilità. Attraverso la collaborazione che abbiamo anche con alcuni medici, quello che facciamo è l’utilizzo dell’arte con effetti terapeutici come appunto lo è la musicoterapia. Abbiamo una piattaforma multimediale dinamica per far fronte alle varie esigenze dei singoli individui, valida anche e soprattutto in questo periodo di pandemia. Facciamo training di persone su argomenti specifici.

Com’è stata la risposta in un contesto così delicato?

Devo dire che abbiamo avuto un riscontro molto soddisfacente. La musica è stata in grado di far uscire allo scoperto, di far mettere in gioco, di portare al confronto, all’unione, alla volontà di crescere, di guardare oltre questi orizzonti. I progetti in ballo sono tanti e non riguardano solo la musica ma tutte le arti e questo permette il movimento e l’incontro di più persone. Abbiamo di recente ricevuto l’appoggio del direttore delle arti del Governatorato di Duhok che si è mostrato entusiasta di tutto ciò e con il quale stiamo tutt’ora in qualche modo collaborando.

Walking Arts è la dimostrazione che l’arte resta la rivincita della vita, la vittoria dei sogni anche in quei contesti nei quali a volte è difficile sognare.

Rossella Assanti -ilmegafono,org