L’usa e getta, uno dei più acerrimi nemici dell’ambiente, non riguarda solo la plastica, ma anche gli elettrodomestici. A partire dal 2021, i frigoriferi, i congelatori, le lavatrici, le lavastoviglie, i televisori, i display elettronici, i trasformatori elettrici e le attrezzature per la saldatura, prima di essere immessi sul mercato dell’Ue, dovranno soddisfare determinate caratteristiche, ovvero i requisiti minimi di riparabilità volti a prolungarne la durata. L’obiettivo è quello di risparmiare energia, ridurre i rifiuti e le emissioni di carbonio e, perché no, lasciare qualche centinaio di euro in più nel portafoglio dei consumatori.

La Commissione europea punta, dunque sull’ecodesign, adottando nuovi regolamenti per la progettazione ecocompatibile di dieci prodotti a uso domestico. In questo modo si dovrebbero raggiungere numerosi vantaggi: 167 terawattora di risparmi energetici all’anno entro il 2030, che corrispondono a una riduzione di oltre 46 milioni di tonnellate di CO2 equivalente; e un risparmio in media di 150 euro all’anno per le famiglie europee. “L’ecodesign è un elemento chiave nella lotta ai cambiamenti climatici e dà un contributo diretto al raggiungimento degli obiettivi stabiliti nell’accordo di Parigi”, dichiara il commissario europeo per l’Azione per il clima e l’energia, Miguel Arias Cañete.

Fondamentale sarà ora la costruzione di articoli che siano facilmente smontabili e con parti di ricambio facilmente disponibili. Su quest’ultimo punto c’è un dibattito tra chi sostiene che gli strumenti di riparazione debbano essere fruibili solo agli esperti del settore e chi, invece, afferma l’autosufficienza del consumatore. In ogni caso, per le industrie europee e italiane non sarà difficile rispettare le nuove regole. “Abbiamo fatto una nostra indagine interna – spiega Paolo Falcioni, direttore generale di Applia -. Nel 2016, più dell’80 per cento dei prodotti arrivati ai nostri soci sono stati riparati. Questo testimonia non solo la disponibilità delle parti di ricambio, ma dimostra che i prodotti in commercio sono già riparabili”.

Per far sì che questo meccanismo funzioni bene, saranno necessari gli adeguati controlli da parte delle autorità di sorveglianza del mercato. L’attuazione di queste nuove misure è sicuramente positiva perché rende la concorrenza più trasparente solo però se verranno effettuate le giuste verifiche. Per questo motivo è nato un database chiamato EPREL, dove i produttori dovranno registrare il prodotto prima che entri nel mercato. Questo dispositivo si compone di due parti: una pubblica con tutte le informazioni sull’etichetta energetica e una privata con la dimostrazione tecnica di adempimento ai requisiti richiesti.

Progettare in maniera ecosostenibile è un passo per ridurre l’inquinamento e grazie al riutilizzo e alla riciclabilità si attuano le norme dell’economia circolare. Il maggiore utilizzo di prodotti di uso quotidiano può garantire diversi risparmi per i cittadini sia in termini economici che ambientali.

Veronica Nicotra -ilmegafono.org