Continua la consolidata collaborazione tra gli art-dealer di Sudestasi Contemporanea e l’azienda di light-design catalana Marset nel suo esclusivo show-room italiano (a Milano). La rassegna che vede affacciare i collage artist siculi nella capitale italiana della moda continua con Demetrio Di Grado (Palermo, 1976) i cui lavori di street art invadono le vie di molte città dentro e fuori la Sicilia. La mostra “Romanzare Noia”, curata da Francesco Piazza con la direzione artistica di Angelo De Grande, ha inaugurato lo scorso martedì 22 giugno nello show-room di Marset Italia in via dell’Annunciata 29, nel pittoresco quartiere di Brera.

Lo stesso artista la descrive come “una serie di collage analogico no-sense, un ritorno al passato che si sviluppa in unico momento in un periodo di incertezza, in nessun luogo e in nessun tempo, oppure in studio nel mezzo di una crisi pandemica. In questa serie non è presente un messaggio sugli occhi ma solo il taglio che oscura lo sguardo, come a voler enfatizzare che non c’è nulla da dire in queste strane analogie di uno stato d’animo caratterizzate dallo spleen e dalla noia” Una grande novità da parte di questo artista, il cui elemento stilistico costantemente riconoscibile erano proprio i messaggi posti nelle bande nere che coprono gli occhi dei personaggi.

“La noia, dicono, può essere un momento costruttivo e di elaborazione progettuale – commenta il curatore Francesco Piazza. Nella pedagogia del filosofo austriaco Rudolf Steiner il momento della noia si configura come un’occasione in cui il bambino sfrutta tutte le sue energie, per trovare un rimedio a tale stato negativo. Ma ciò, in realtà, accade in ogni fase della vita. Così anche per Demetrio, la Noia ha rappresentato il momento di passaggio da ciò che è stato ad una nuova fase libera e pronta ad accogliere il nuovo. La Noia si prospetta come il tentativo di porre una distanza tra l’esistere ora e il progettare di essere altro. Uno stazionamento necessario in quel limbo inconsistente e impalpabile in cui ci troviamo quando, ormai saturi e privi di stimoli, proviamo ad alzare la testa per ricominciare”.

“Tale rivoluzione psicologica e sensoriale – continua Piazza – ha permesso all’artista di costruire attorno ad essa uno storytelling quasi mai incline alle logiche delle successioni temporali con il risultato che, in questo movimento narrativo, ciò che fino a un momento prima appariva certo e sicuro, un attimo dopo si sfalda e si straccia per ricomporsi, nel capitolo successivo, con nuove forme e nuovi significati. I 13 collage analogici che compongono Romanzare noia sono una scoperta continua. Un caleidoscopio di immagini e colori all’interno del quale oggetti e soggetti, posti in modo apparentemente casuale, mutano in modo imprevedibile al solo cambio di prospettiva. Sono piccole architetture in cui la figura umana, centrale e unica protagonista, è muta: perché per la prima volta Di Grado non testualizza le sue bannature, ma le lascia vuote. Libere di esprimersi e di accogliere le suggestioni di chi le osserva. Lembi silenziosi di pagine bianche sulle quali elaborare e scrivere le proprie sensazioni”.

“Un invito, quello di Demetrio Di Grado, a riprogettare la propria esistenza iniziando da quella noiosa sensazione di vuoto e di impotenza da cui siamo stati attraversati in questo ultimo anno”.

Dopo il successo di Paper Vandalism – ultimo progetto di Angelo Bramanti – che ha portato in mostra la serie “Urbano”, altro inedito anche per quest’artista, la stagione sembra essere partita benissimo per i collegasti siculi che, nonostante si siano messi in gioco nella Milano in pieno boom NFT, sono riusciti a colpire pubblico e collezionisti e alcune loro opere entreranno a far parte di collezioni private. Noi continueremo a fare il tifo per loro.

Redazione -ilmegafono.org