Una delle artiste che più di ogni altro ha svelato il volto del mondo artistico e culturale milanese, italiano e internazionale. Un’artista che, con il suo sguardo, ha saputo raccontare uno spaccato, un pezzo di storia, quella a cavallo tra gli anni Settanta e Novanta, di una grande città e, dunque, di un Paese. Parliamo della grande fotografa Maria Mulas, protagonista della mostra “Maria Mulas – Milano, ritratti di fine ‘900”, in corso a Palazzo Reale, a Milano, fino all’8 gennaio 2023. Una mostra che, attraverso gli scatti di Maria Mulas, racconta una Milano che, in quegli anni, si sta affermando come la capitale del design, della moda, dell’editoria, e non solo. Una città che, in quel momento, è il luogo intorno a cui ruota un universo di talenti nativi o d’adozione, giunti da tutta Italia e dal mondo.

Maria, arrivata poco più che ventenne nel lontano 1956 dalla natia Manerba del Garda, seguendo la scia del fratello Ugo, li ritrae nei posti giusti e nei momenti giusti e ce li restituisce con una freschezza e intensità senza eguali. Gli anni Settanta, Ottanta e Novanta sono per lei una girandola di incontri, Biennali veneziane e Kassel, allestimenti e inaugurazioni di mostre, presentazioni letterarie, feste e reportage in giro per il mondo. Ma il luogo d’osservazione privilegiato rimane sempre Milano, che accoglie e integra le varie provenienze regionali e straniere, divenendo uno straordinario laboratorio di creatività e modernità che poi si diffondono in Italia e nel mondo. Centinaia e centinaia i volti ritratti dalle foto di Maria Mulas: artisti, galleristi, critici, designer, architetti, scrittori, editori, giornalisti, stilisti, registi, attori, intellettuali, imprenditori, amici. Un elenco dettagliato ne riporta ben 539: dalla “A” di Claudio Abbado alla “Z” di Franco Zeffirelli.

Nella mostra in corso a Palazzo Reale vi sono un centinaio dei ritratti fotografici di Maria Mulas, giunti da una lunga esposizione al Museo Nazionale Slovacco promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Bratislava e frutto di una selezione che documenta lo stretto rapporto della fotografa con Milano e i suoi protagonisti nel trentennio che conclude il Novecento. Non meraviglia che il Comune meneghino abbia dedicato a Maria Mulas, nel 1998, una grande mostra, sempre a Palazzo Reale, consacrandola come “l’occhio di Milano”, e che oggi la celebri nuovamente come la fotografa che ha colto l’anima profonda, vera di una città non in posa, ma dinamica, al lavoro, la città delle arti e delle professioni e dell’imprenditoria più avanzata.

La grande importanza riconosciuta a una bravissima artista come Maria Mulas è un bene anche perché contribuisce a creare nel pubblico un interesse sempre maggiore per il ruolo da protagonista delle donne nell’arte del passato e del presente. Questo è un aspetto non secondario, che può avere un impatto notevole sulla qualità dell’offerta culturale, proprio perché permette al pubblico di scoprire che la storia dell’arte, in tutte le sue forme, non è stata fatta solo da uomini. Ed è bello che l’occhio di Milano, lo sguardo della e sulla città, sia un occhio femminile.

L’esposizione, promossa dal Comune di Milano – Cultura, prodotta e organizzata da Palazzo Reale e dall’Archivio Maria Mulas, con la curatela di Andrea Tomasetig, è suddivisa in sei sezioni: Architettura e Design; Arte; Letteratura e Editoria; Moda; Arti dello Spettacolo; Milano cosmopolita e Maria nel mondo. Dal formidabile archivio di Maria Mulas emerge una sequenza altamente rappresentativa di personalità che incarnano molta parte della cultura italiana e del made in Italy. Alcuni nomi: Giorgio Armani, Gae Aulenti, Joseph Beuys, Giorgio Bocca, Roberto Calasso, Gillo Dorfles, Umberto Eco, Inge Feltrinelli, Dario Fo, Carla Fracci, Allen Ginsberg, Krizia, Vico Magistretti, Enzo Mari, Marcello Mastroianni, Ottavio Missoni, Bruno Munari, Fernanda Pivano, Gio Ponti, Miuccia Prada, Ettore Sottsass, Giorgio Strehler, Ornella Vanoni, Lea Vergine, Luigi Veronesi, Gianni Versace, Andy Warhol.

La mostra non è solo una godibile galleria di interessanti ritratti di una brava fotografa. È molto di più. Alla fine del percorso, infatti, ci si accorge che il ritratto che predomina su tutti è quello di Milano, la vera protagonista di una stagione irripetibile. Il progetto espositivo è firmato da Leo Guerra e Giovanni Renzi. La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato dall’editore Umberto Allemandi, con scritti di Andrea Tomasetig, Paolo Fallai, Stefano Salis e Patrizia Zappa Mulas.

Sarah Campisi -ilmegafono.org