Non si è arrivati a nessun accordo sull’estensione della licenza d’uso del glifosato. I Paesi dell’Unione europea si sono riuniti lo scorso 25 ottobre per decidere sul rinnovo della licenza tra i cinque e i sette anni, invece dei dieci originariamente proposti. Non è stata raggiunta la maggioranza qualificata, perché diverse delegazioni hanno chiesto tempo per consultare i governi nazionali. Il voto è dunque slittato. Per poter passare, una proposta ha bisogno di raccogliere il 55 per cento dei sì degli Stati corrispondenti ad almeno il 65 per cento della popolazione Ue.

Ora la Commissione prova a rilanciare con una estensione ridotta a 5 anni. La licenza scade il prossimo 15 dicembre e i rappresentanti tecnici dei paesi Ue sono stati convocati per il 9 novembre per decidere su questa nuova proposta dell’esecutivo.

I Paesi che si sono mostrati contrari sono: Italia, Francia, Belgio, Grecia, Croazia, Lussemburgo, Malta, Austria, Slovenia e Svezia; invece, sono stati ben 16 gli stati a favore. Il glifosato è stato ritenuto dal centro di ricerca dell’Organizzazione mondiale della sanità (Iarc) “probabilmente cancerogeno”, ma le due agenzie Ue della sicurezza alimentare (Efsa) e delle sostanze chimiche (Echa) non sono della stessa opinione. Per precauzione, infatti, l’europarlamento ha chiesto ai governi di vietarne l’uso domestico e l’uso agricolo solo nel momento in cui saranno disponibili alternative biologiche per tenere sotto controllo le erbe infestanti.

In particolare, nel nostro Paese, il divieto d’uso della sostanza è già in vigore nelle aree frequentate dalla popolazione o in aree sensibili come parchi, giardini, campi sportivi, zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili e aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie. “L’Italia, votando contro – dichiara Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia – ha scelto di stare dalla parte dell’ambiente e dei cittadini; adesso è fondamentale che i nostri rappresentanti mantengano questa posizione anche in caso di rimodulazione della richiesta da parte della Commissione, ma chiediamo, affinché tutti i Paesi votino contro il rinnovo, che l’Italia e gli altri Stati sensibili intraprendano un’azione diplomatica su chi, come Germania e Portogallo, si è astenuto e su chi, ben 16 Stati, ha addirittura votato a favore”.

Sicuramente il mancato voto è stata un’occasione sprecata per iniziare a mettere fine all’utilizzo di una sostanza che sta inquinando l’ambiente e che è probabilmente cancerogena per gli esseri umani. Ma ancora la partita è aperta e sarà decisiva la prossima riunione.

Veronica Nicotra -ilmegafono.org