Sabato 12 aprile si è assistito all’abbattimento dell’ecomostro di Ostuni, nei pressi di Brindisi, con il quale si è conclusa la seconda edizione della “Settimana della bellezza”, organizzata da Legambiente. Si trattava di un albergo di tre piani costruito negli anni ’80, mai completato e del tutto abusivo, che sorgeva a picco sulla costa di Villanova, zona sottoposta a vincolo paesaggistico. La giunta comunale aveva già avviato lo scorso gennaio un progetto che prevedeva la demolizione di questo edificio. Al termine del secondo grado del giudizio amministrativo, sono stati confermati i provvedimenti del Comune che includevano l’acquisizione del bene per la conseguente distruzione.

L’epilogo di questa vicenda, però, sembra non finire qui, poiché i proprietari dell’immobile ora chiedono un risarcimento di tre milioni e mezzo di euro al Comune per il mancato condono della struttura. Sostengono, infatti, che l’albergo fu edificato prima dell’entrata in vigore della legge che stabilisce un limite non inferiore ai trecento metri di vicinanza alla costa. Ottenuta, infatti, inizialmente la concessione, negata in un secondo momento perché la struttura era ritenuta troppo vicina alla spiaggia come deliberato dal nuovo decreto, oggi la loro rivendicazione si basa sul fatto che nei dintorni del rudere vi siano una serie di ville e villette a perpendicolo sul mare, alle quali il Comune non ha negato la sanatoria. Non è escluso, pertanto, che vengano interpellati i giudici europei per far maggior chiarezza sull’episodio.

In occasione di questo evento, Legambiente ha presentato in conferenza stampa, a Bari, un dossier dal titolo significativo: “L’abusivismo edilizio in Puglia: fotografia di uno scempio”, a cui hanno partecipato personaggi di spicco della politica pugliese come Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia, Angela Barbanente, vice-presidente della Regione Puglia, Domenico Tanzarella, sindaco di Ostuni e, inoltre, cittadini e scolaresche.

“I dati del dossier sull’abusivismo edilizio – afferma Tarantini – confermano la Puglia quale terra di conquista per il cemento illegale. Nella nostra regione il Gargano e il Salento restano i territori più colpiti dalla piaga del cemento illegale e sono pochissime le ordinanze di demolizione che vengono eseguite, solo il 5%”.

Le indagini portate avanti dalle forze dell’ordine rivelano che nella regione l’irregolarità è un fattore accertato e a pagarne le conseguenze sono, appunto, porzioni di territorio che vengono modificate a vantaggio degli interessi degli affaristi, senza tenere in considerazione le leggi, la salvaguardia della natura e il bene pubblico. Per contrastare questo fenomeno, ormai inarrestabile, il loro compito si è concentrato sui casi delle strutture stagionali realizzate su aree demaniali per esigenze turistiche, create senza permessi o autorizzazioni.

L’invito rivolto ai sindaci è quello di seguire l’esempio di Ostuni per ripulire la zona da fabbricati fuorilegge che sfregiano il paesaggio del tacco dello Stivale. “Noi siamo disponibili – ha dichiarato Vendola – ad aiutare le comunità locali negli abbattimenti. Gli ecomostri sono soltanto il simbolo della volontà speculativa, cioè della volontà di appropriarsi di porzione di beni comuni. Questo spicchio di bellezza ora finalmente viene restituito a tutti, perché abbattere significa appunto restituire qualcosa alla comunità”.

“Noi abbiamo messo a disposizione risorse economiche – ha aggiunto Barbanente – per aiutare i sindaci negli abbattimenti eppure abbiamo avuto solo due richieste, dalla Procura di Lecce e dal sindaco di Ostuni. Occorre dunque che i sindaci dei territori che hanno subito la violenza di immobili abusivi ci chiedano quanto più possibile il sostegno economico”.

Veronica Nicotra -ilmegafono.org