La “nuova tangentopoli”, come l’hanno chiamata nella vulgata, di nuovo non ha proprio nulla. Si tratta ancora della prima fase delle accuse ma il quadro che si delineerebbe è il solito triste circo di mediatori-oleatori con le mani piene di soldi e cellulari. La solita meraviglia nostrana in cui anche i personaggi coinvolti secondo la Procura sono addirittura gli stessi che, al tempo in cui chi scrive mangiava imboccato, finirono nel processo tangentopoli. Mi son fatto un ometto e nulla è cambiato. Direte: si fa presto a dire così. Allora proviamo a pensare a delle soluzioni. Immaginare che la legge intervenga sempre e soltanto ex post invece che ex ante? Si risponderà che, giustamente, non si possono fare i processi alle intenzioni.

Anche i più campanilisti, quelli del “succede anche altrove ma non ne parlano”, converranno che da noi se dici appalto c’è sempre qualcosa che non va. E dire che quei rompicoglioni di giornalisti, sì i soliti, quelli di Report, qualcosa avevano annusato già nel 2008. Sono passati 5 anni. Spero vivamente che le inchieste di Gatti e altri sulle infiltrazioni all’EXPO 2015 si rivelino una bella bufala, a questo punto.

Comunque, sgombrato il terreno dalle profezie autoavverantisi che qui possediamo il dono di riuscire a non sbagliare, nessuno mi toglierà dalla testa che il problema è (anche) culturale. Al di là del garantismo non ci si può esimere dal rilevare che con certi personaggi, per pulizia, per decenza, per rispetto verso se stessa la classe politica non dovrebbe avere nulla a che fare. E non dovrebbe avere nulla a che fare, professionalmente, con chi si occupa di quel terreno scivoloso che è l’incontro, a tavolino, con messaggi cifrati, con qualche particolare piccante, tra pubblico e privato.

Peter Gomez, intervenuto alla trasmissione “Piazza Pulita”, ha le idee abbastanza chiare: “Se sei stato coinvolto in un’inchiesta per tangenti non si capisce perché un partito ti debba riprendere”. L’analisi di Peter Gomez non potrebbe essere più lucida e condivisibile.

Questo indipendentemente dalle accuse (da dimostrare fino ai tre canonici possibili gradi di giudizio). In un momento così difficile della politica si continuano a perpetrare e a ignorare comportamenti dannosi e autolesionisti. E sarebbe anche da augurarsi che questi simpatici signori stempiati fossero rimpiazzati da qualcuno che, finalmente, abbia quella minima dose di onestà tale da poterlo definire una “brava persona”. Bisognerebbe anche aver creato una classe dirigente, ma in Università, a volte, purtroppo sento discorsi come questo (clicca qui).

Penna Bianca -ilmegafono.org