Continua la tragi-commedia italiana, la farsa tutta nostrana che vede al centro di ogni scandalo e di ogni notizia più o meno grave ed imbarazzante il nostro inopportuno premier. Anche i recenti e tragici episodi sviluppatisi in Libia non possono non richiamare alla memoria le immagini (di qualche mese fa) di un Silvio Berlusconi emozionato nel baciare la mano a Gheddafi, al mostro che proprio in questi giorni ha provocato e provoca la morte di manifestanti, civili e, persino, di feriti nei luoghi di cura e che ha gettato nel panico l’intero scenario internazionale. Eppure la vicenda libica, nella sua atrocità, ha certamente sviato l’attenzione mediatica dai guai giudiziari del premier italiano. Nessuno parla più di Ruby, dei festini ad Arcore, tanto meno si parla del 6 aprile. Eppure quella data, fissata dal gip di Milano per il processo immediato a Berlusconi che dovrà rispondere delle accuse di concussione e prostituzione minorile, potrebbe essere molto importante per la nostra nazione, potrebbe essere l’inizio del tanto agognato cambiamento.

Il condizionale è però d’obbligo purtroppo, non solo perché il premier è da tempo impegnato in una campagna di delegittimazione della magistratura nazionale ma anche perché, tanto per cambiare, è arrivato un provvedimento legislativo che gli potrebbe offrire un escamotage per disertare il confronto con i giudici anche in questo caso. Le commissioni riunite Bilancio e Affari Costituzionali del Senato, impegnate nell’esame del disegno di legge di conversione del decreto legge “Milleproroghe”, hanno infatti approvato un emendamento che istituirà, a partire proprio dal 2011, la Giornata della Memoria per le vittime del terremoto de L’Aquila, un momento per ricordare quel tragico evento e per proporre iniziative da portare avanti in quella zona che ancora non si è affatto ripresa dai devastanti episodi di due anni fa.

Un’iniziativa che potrebbe apparire lodevole se non fosse per un’unica nota stonata, una (s)fortunata coincidenza (?) la Giornata della Memoria sarà proprio il 6 Aprile, il giorno in cui si verificò il terremoto nel 2009, ma anche il “giorno del giudizio” per Berlusconi nel 2011 (e la data del processo era stata fissata PRIMA che i senatori provvedessero ad istituire la giornata commemorativa). Inoltre, non va trascurata la circostanza che per il 6 aprile del 2010, il primo anniversario del terremoto, non è stata organizzata nessuna cerimonia ufficiale, Silvio Berlusconi non si è recato nei luoghi del disastro, si è limitato a mandare un biglietto, accolto dai più con critiche e fischi. Diventa così inevitabile il sospetto che questa giornata del ricordo sia stata istituita più per offrire al presidente del Consiglio un legittimo impedimento a comparire in aula che per ricordare le vittime dell’Abruzzo.

Gli impegni istituzionali collegati alla celebrazione di una giornata nazionale saranno difficilmente contestabili dal giudice che, con ogni probabilità, sarà costretto a spostare il rito “immediato” ad una nuova data. “No, non venga dai noi, non prenda la scusa della Giornata della Memoria del terremoto” è intervenuta sull’argomento Stefania Pezzopane, l’assessore alla cultura del Comune de L’Aquila, che ha espresso il proprio auspicio che il premier “vada a farsi processare dai giudici a Milano”. Ed è questo che si augurano tutti gli italiani onesti che aspettano con ansia che Berlusconi si renda conto di non essere superiore alla legge, che accetti di farsi processare, assumendosi una volta per tutte la responsabilità dei propri reati. Niente più scuse, niente più escamotage, solo giustizia e dignità per il nostro Stato trascinato nel fango dai reati dei potenti.

Anna Serrapelle -ilmegafono.org