Una bella carica rock con un timbro apertamente internazionale, attraverso cui parlare di sogni e dell’importanza di crederci sempre. È questo il tratto caratteristico dell’album di esordio di Luke Paris, nome d’arte di Luca Rotoni, cantautore lombardo ma ormai trapiantato a Parigi. Il suo disco, intitolato “Another Dance” e prodotto da Michele Guberti e dallo stesso Luke Paris, esce proprio oggi con l’etichetta (R)esisto. Un lavoro discografico interessante, che riesce a regalare al pubblico quel tipo di rock che ha influenzato tante generazioni cresciute tra gli anni ‘60 e ‘90 e tutto questo senza ridurlo a un esercizio nostalgico che rischierebbe di diventarne una caricatura.

Luke Paris, infatti, propone un’idea musicale che, pur attingendo dal passato, con rimandi anche agli albori del genere, agli States di Elvis e al Regno Unito dei Beatles, riesce a mostrarsi contemporaneo, mettendoci la propria peculiare impronta. Non è un omaggio ai grandi del rock o una citazione, ma è una immersione nel genere, con arrangiamenti ben costruiti, con una pregevole armonia sonora, che si snoda tra chitarre e batteria e si arricchisce di effetti ben dosati. Il tutto per raccontare la vita, fatta di sogni, di amori, della necessità di credere e di essere sempre se stessi, liberi da gabbie. Un racconto in positivo, che si rispecchia perfettamente nelle sonorità che troviamo in ciascuna delle undici tracce che compongono “Another Dance”.

Undici brani che, con un respiro rock internazionale, ci offrono sfumature più pop-rock, altre più british, altre più vicine alle ballad statunitensi. Quello di Luke Paris (che abbiamo ospitato nel corso dell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radio) è un disco maturo. Un album che sembra lontano dall’idea di un esordio e nel quale traspare la piena consapevolezza del tipo di musica che l’artista ha scelto di proporre, intrisa di un evidente passione per un genere, il rock, che quando ti prende non ti lascia mai e resiste, viaggia attraverso le generazioni, il tempo e i confini. Perché finché esisterà la musica, ci sarà sempre qualcuno che, davanti a un accordo rock, si terrà pronto per un altro ballo.

Redazione Musica -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Another Dance”