Vengono da Ferrara e si propongono con un disco di esordio, anche se in realtà esordienti non sono, vista la lunga esperienza dei musicisti che compongono la band: parliamo dei Jane Doe. I Jane Doe sono una formazione pop-rock d’esperienza e maturità che porta in scena un genere musicale complesso, in senso lato. Vale a dire che è abbastanza vetusto per la maggior parte delle formazioni italiane e pertanto prevede una certa bravura e una raffinata tecnica per poter essere originale ed unico.

Il 16 novembre scorso è uscito, per l’etichetta (R)esisto distribuzione, il loro EP omonimo, un mix di pop-rock all’italiana con un’ottima vocalità (quella di Irene, che abbiamo intervistato nel corso di “The Independence Play” sulla nostra web radio) e con diversi spunti critici su cui soffermarsi per esprimere un giudizio il più possibile oggettivo. I Jane Doe non apportano quasi nessuna novità in ciò che fanno, ma la loro musica risulta essere condivisibile ai più, una sorta di canzone popolare che riesce a trasportare l’ascoltatore per renderlo il più vicino possibile agli intenti dei musicisti stessi.

L’EP colpisce ma non ferisce, è diretto ma non troppo e risulta essere abbastanza canticchiabile e molto radiofonico. I ritornelli rimangono più o meno in mente non vanificando così l’obiettivo della band di fare musica propria con una certa quantità di stile. Ogni brano dell’EP non si discosta molto l’uno dall’altro e ciò che più fa riflettere è che probabilmente un disco pop-rock così nel 2018 risulta essere non essere abbastanza nuovo, ma questo è un problema che tocca poco l’ascoltatore, poiché i Jane Doe riescono ad avere una propria personalità.

In conclusione l’EP della band è piacevole. Magari non strappa dalla bocca un enorme sorriso, però merita l’ascolto e non può di certo essere classificato come “negativo” o da buttare. Semplicemente, si può fare di più (come direbbe qualcuno) e siamo sicuri che la formazione abbia tutte le qualità per farcela.

Heisenberg -ilmegafono.org

La copertina dell’Ep dei Jane Doe.