Si intitola “Doggerel” il brano che sancisce il ritorno sulla scena musicale di Giudah. Singolo apripista di un nuovo album, “Failures”, in uscita all’inizio del prossimo anno, il termine è derivato da uno slang britannico che indica un componimento poetico irregolare in termini di ritmo e rima, un tipo di espressione artistica concepita di getto, in modo improvviso. Ed è più o meno così che Giudah descrive non solo la composizione, ma anche la registrazione di questo suo nuovo brano: una filastrocca rapida e immediata, fluita spontaneamente, senza alcun filtro, dall’animo di un musicista fino a raggiungere gli strumenti.

“Doggerel” è forse per questo un brano che entra in testa fin dal primo ascolto, con i suoi ritmi dinamici e le sue sonorità accese seppur non eccessive, che trasmettono un’energia e una vitalità sincere, di quelle che non necessitano di estremizzare le armonie o i volumi per trasmettere il messaggio desiderato a chi lo ascolta.

Come abbiamo avuto modo di sentire anche durante l’ultima puntata della nostra trasmissione radiofonica “The Independence Play”, in termini di generi trattati la canzone di Giudah è un ottimo agglomerato di quella che è la bella eredità alternative-rock degli anni ‘90. La sua struttura musicale è un mix di suoni che parte da un riff di chitarra e in seguito si snoda fino ad abbracciare al suo interno stili come il post-rock e il post-grunge, arricchendo inoltre il tutto con sfumature ancora più moderne come possono essere quelle provenienti dal garage-rock.

Composto durante il primo lockdown, “Doggerel” appare da subito come un singolo spontaneo, sincera espressione delle emozioni di un artista, in cui si “parla di ricordi, del desiderio di uscire e del bisogno di contatto”. Un pezzo da ascoltare, e che ci lascia davvero ben sperare sui contenuti del nuovo album di Giudah.

Manuele Foti – ilmegafono.org

 

La copertina del brano “Doggerel”