I Grimmates sono proprio quel concetto di nuova frontiera ultramoderna, la concretizzazione musicale del terzo millennio. La loro musica è ciò verso cui ci stiamo dirigendo, che piaccia o no, quantomeno dal lato prettamente elettronico. Ascoltando i Grimmates si ha la percezione di essere catapultati all’interno di una metropoli, dove la percezione del caos, dopo un’attenta analisi, è comunque qualcosa di molto ordinato, dettagliato e opportunamente testato.

La musica dei Grimmates è più o meno analoga a questo concetto: generare qualcosa di molto ricco e articolato, solo apparentemente caotico, bilanciando ogni singola componente, ogni sfumatura, ogni effetto.

Nelle canzoni di questi bravi musicisti, di effetti ce ne sono molti e si appoggiano sapientemente ad una base minimalista che richiama generi come la beat music, il trip-hop e la nostalgica dance. La particolarità sta nella volontà dei Grimmates di andare oltre questi generi, prendendone spunto ma guardando avanti, osando un passo oltre il limite del già sentito, plasmando qualcosa di innovativo e che si possa adattare ai gusti attuali ma magari anche a quelli futuri.

Quel che ne deriva è un mix di beat, synth-pop, dance, dark-pop e quant’altro di odierno possiamo cogliere dall’elettronica, che nel loro caso prende forma in “London System”, il loro ultimo disco. Un EP di tre tracce che ci fornisce un assaggio di quello che è il concetto musicale che i Grimmates intendono trasmettere (e che vi abbiamo anticipato nell’ultima puntata di “The Independence Play” sulla nostra radio web). L’ascolto è stato un assaggio gustoso che consigliamo ai nostri lettori e che speriamo possa essere seguito da una produzione più corposa, per poter continuare ad esplorare insieme a questi nostri musicisti le nuove frontiere della musica elettronica odierna.

Manuele Foti -ilmegafono.org

La copertina dell’Ep “London System”