La sensibilità, la forza e al contempo la fragilità di una figura femminile fortemente simbolica e il bisogno di celebrarla, di raccontare la sua vicenda con una intensa delicatezza. Ofelia è il personaggio che Shakespeare crea per il suo celebre dramma “Amleto”, disegnando i tratti di una ragazza capace di amare profondamente e che, a causa di questo suo amore finito nei garbugli di un destino beffardo, finisce con il vivere il suo esito più tragico.

A Ofelia, che nel dramma shakespeariano trova poco spazio ma, ciononostante, assume una grande rilevanza letteraria, è dedicato il nuovo singolo della cantautrice bresciana Strea (nome d’arte di Irene Ettori). Il brano, intitolato appunto Ophelia e pubblicato dall’etichetta Vrec, si avvale del prezioso featuring di Colin Edwin, ex bassista dei Porcupine Tree, band britannica molto nota nel panorama rock progressive degli anni Novanta. Ophelia ci offre un racconto intenso di questa potente figura femminile, parlandoci della sua vicenda che tocca tematiche come la salute mentale, il trauma e l’abbandono. Come spiega la stessa Strea, “il pezzo si sviluppa seguendo la fanciulla e portandoci via via ad avvicinarci alle rive del fiume in cui la storia di Ophelia tragicamente finisce”.

È un viaggio umano, dunque, reso attraverso una canzone dalla lunga durata (oltre 7 minuti), che accarezza l’ascoltatore, lo trasporta, lo inquieta e seduce allo stesso tempo, in una dimensione eterea, onirica, profonda, che induce a empatizzare con Ofelia più che ad averne semplicemente pietà. Il sound è un bel mix tra folk e art-rock con evidenti venature prog, e fa da sfondo a una voce incantevole, pulita, leggera ma potente, proprio come il personaggio che intende celebrare.

Quello di Strea (che abbiamo ospitato nell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radiofonica) è dunque un bellissimo brano, assaggio prelibato di quello che sarà il suo primo album, la cui uscita è prevista per il prossimo autunno.

Redazione Musica -ilmegafono.org

La copertina del singolo “Ophelia”