I rischi che corrono biodiversità e territori a causa del cambiamento climatico sono ormai preoccupante verità. Lo dicono i dati, ma soprattutto i tanti eventi atmosferici e non che sembrano lanciare segnali di resa da parte del pianeta. A questi si aggiunge anche la mole di rifiuti prodotti dall’uomo, gestiti senza un criterio efficace per il loro corretto smaltimento. La soluzione, secondo Legambiente, sta nell’economia circolare, fondata sul riciclo delle risorse. Le aree protette sono chiamate direttamente a potenziare la transizione ecologica, proteggendo la biodiversità, tutelando anche le specie a rischio. Da quanto però emerge dai dati del report di Legambiente “Parchi Rifiuti Free” 2024, è palese il ritardo del contesto italiano nella gestione dei rifiuti. Il dato principale è questo: la media della raccolta differenziata dei 498 comuni presenti nei 24 parchi nazionali è del 59,62%, nettamente inferiore al 65% previsto dagli obiettivi di legge.

Sono poche le realtà che possono fornire esempi virtuosi in tal senso, e le conseguenze purtroppo sono notevoli. Adottare già un servizio di raccolta differenziata efficiente potrebbe essere una soluzione, a dispetto dell’eccessivo consumo di plastiche e oggetti usa e getta che rendono tutto più complicato in termini di riutilizzo. Con le attività turistiche, poi, è ancor più difficile gestire la mole di rifiuti: l’impatto del turismo va gestito tutelando ambiente e biodiversità. I parchi nazionali, dunque, possono contribuire ad accelerare la raccolta differenziata, incoraggiare a ridurre l’utilizzo di imballaggi di plastica e prodotti usa e getta che di fatto danneggiano anche i parchi stessi, e di conseguenza l’esperienza ricercata dai turisti, con un danno quindi anche economico.

Queste le proposte che Legambiente formula attraverso il proprio sito:

  1. Ogni area protetta deve realizzare una strategia territoriale rifiuti free integrata nella promozione
delle attività turistiche
  2. Le aree protette devono condizionare i finanziamenti agli eventi territoriali che garantiscano
iniziative plastic free e senza l’utilizzo di prodotti usa e getta
  3. Il Parco deve riconoscere il logo e promuovere solo le strutture ricettive e turistiche che
raggiungono l’obiettivo rifiuti free e plastic free e non utilizzano prodotti usa e getta
  4. I Comuni dei Parchi devono adottare sistemi di raccolta che riducono gli impatti sulla biodiversità
e la gestione della fauna selvatica
  5. Le aree protette devono sostenere i maggiori costi che derivano dall’utilizzo di specifici sistemi
di raccolta per tutelare la fauna selvatica (es. cassonetti antintrusione) e da modalità di raccolta puntuali
(es. orari di raccolta pianificati per contesti territoriali e attività specifiche)
  6. I Parchi devono combattere l’abbandono dei rifiuti e pianificare la bonifica delle discariche nei
loro territori
  7. Il MASE deve rimodulare le risorse assegnate e non spese dai Parchi nazionali per rendere più
efficace la raccolta differenziata nei Comuni

Chissà che il governo e gli enti preposti decidano di ascoltare queste proposte e dare respiro al nostro prezioso patrimonio naturale. Ce lo auguriamo.

Virago -ilmegafono.org