Durante la fase acuta della pandemia e quel lockdown che ancora aleggia nella nostra memoria, molti artisti hanno deciso di sfruttare il loro tempo per scrivere canzoni e far nascere qualcosa. Un modo per resistere e tirare fuori sensazioni, stati d’animo, incertezze che un periodo simile, inevitabilmente, produce. E tutto quel lavoro creativo, pian piano viene fuori, sotto forma di album. Come quello che esce proprio oggi, intitolato “Fulmini” e partorito dagli Zagreb (per le label Vrec e Dischi Soviet), rock band veneta nata nel 2014 e molto attiva nel panorama musicale italiano.

Per gli Zagreb si tratta del quarto disco di una carriera che li ha visti collaborare con artisti importanti e che, questa estate, li ha portati ad aprire i concerti di Manuel Agnelli (Pistoia) e dei Ministri (Padova). “Fulmini” è un bell’album di dieci tracce, che celebra l’imprevedibilità della vita, capace di nascere o di cambiare in un attimo, con la velocità di un fulmine. Nei contenuti dei brani, si avverte l’influenza forte del periodo nel quale questo disco ha preso forma: c’è la malinconia, ci sono l’amore e l’attesa, ci sono i demoni, le paure e le fragilità umane, il senso di oppressione, ma soprattutto c’è tanta rabbia per un mondo divenuto “un mare isterico che trasuda di idiozia”. E un bisogno di libertà e di risveglio che è reso ancora più evidente, non a caso, dalla traccia intitolata 2020.

Gli Zagreb (che abbiamo ospitato nell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radiofonica) cantano un’epoca che ha segnato un passaggio importante in questa prima metà del nuovo secolo. E lo fanno con un rock nostrano sincero, crudo, che alterna toni più graffianti a melodie più dolci, brani possenti a ballate più intime. Con la chicca di una collaborazione di prestigio, quella di Omar Pedrini, voce e chitarra nella traccia Resto solo io. “Fulmini” è un bel disco, nel quale non esistono atmosfere cupe e tutto brucia nell’energia distorta delle chitarre e nella voce pulita che arriva e cattura. Un album con contenuti e ben strutturato, che vale la pena di ascoltare. Anche per cacciare via tutto quello che ancora ci brucia dentro.

Redazione -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Fulmini”