Algo vuol dire qualcosa è il nome del progetto musicale strutturato dagli esperti musicisti Filippo Poderini (che abbiamo avuto ospite nell’ultima puntata di “The Independence Play”, sulla nostra web radio) e Marco Mencarelli. Un progetto nato quasi per caso e che, a livello musicale, non si limita assolutamente a voler dire solo qualcosa, ma anzi ci racconta un arcobaleno di suoni davvero interessante e originale. Il genere trattato dagli Algo vuol dire qualcosa è un vero esperimento, fatto di introspezioni e strutture armoniche, di sintetizzatori e riverberi, chitarre acustiche ed elettronica, e molto altro ancora. Potremmo banalmente definirla come musica indie, di quella vera, indipendente da schemi e routine sonore, ma è davvero molto di più.

Gli Algo ci fanno immergere in un mondo fatto di rock sperimentale, dentro il quale l’atmosfera è onirica, leggera. È un luogo di pace in cui la coscienza e la parte più profonda della mente vengono a galla, mostrandoci tutto ciò che dentro il nostro animo conserva una grande essenza. È l’unione di una voce delicata, di sfumature elettroniche minimaliste, di melodie di sottofondo ostinate e di lente variazioni. È una sorta di bolla in movimento: un continuo moto e una continua trasformazione, meravigliosa ed affascinante da osservare. È la sensazione che si prova ad ascoltare l’album realizzato da questo duo e intitolato “Altrove”.

Ormai uscito un anno fa, “Altrove” ci dice tanto sul valore musicale di questi musicisti, un valore che si protrae per ben dodici tracce, ognuna delle quali ha qualcosa di davvero interessante da captare e apprezzare. È un album che propone un genere diverso, avveniristico a nostro modo di vedere, e rappresenta la pietra miliare di un progetto musicale del quale sentiremo senza dubbio parlare ancora.

Manuele Foti -ilmegafono.org

 

La copertina dell’album “Altrove”