La musica come antidoto a un tempo che non ci piace. La risposta non violenta a una società in piena crisi, non solo economica ma anche culturale. Uno strumento di salvezza, un modo per non soccombere al buio e alla disumanità. Questo è il messaggio che sembrano suggerirci gli Strike, band ferrarese che proprio oggi escono con il nuovo album, dal titolo “Tutto da rifare”, per l’etichetta Alka record label. “Tutto da rifare” è un racconto moderno, un viaggio nel contemporaneo, dove si incontrano la vita, l’arte, l’amore, i vissuti, i problemi. Dieci tracce nelle quali si celebra la libertà, che diventa un mezzo di sopravvivenza individuale ma anche di catarsi collettiva.

Una narrazione musicale che non nasconde le fragilità, le paure e le difficoltà umane né lo scenario nel quale si concretizzano, ma poi fornisce una soluzione complessiva. Una soluzione fatta di musica, un invito a stare insieme, suonare, cantare, danzare insieme. E il genere scelto dagli Strike è perfetto, perché è allegro, ritmato, scorre leggero, riesce a descrivere il nostro tempo senza mai appesantire l’atmosfera, senza mai stancare. È capace di arrivare a tutti, mischiando testi visionari (come in Marzapane) e toni scanzonati a momenti più intensi (Chi siamo e Chi ci rimane) o di denuncia (come in Realtà di attesa).

Il sound è travolgente, eterogeneo, ricco di influenze e di ritmo. Lo ska è il genere che prevale ed è uno ska ben fatto (e ci piace molto), che si mescola con sonorità varie, dal funky al jazz, dallo swing ad echi “cubani”, fino a tratti melodici più essenzialmente pop. Difficile stare immobili, quasi impossibile resistere alla tentazione di battere le mani e alzarsi a ballare entrando in piena sintonia con la musica e il pensiero degli Strike (ne abbiamo parlato con il front-man Antonio Dondi nell’ultima puntata di “The Independence Play”, sulla nostra radio web).

“Tutto da rifare” è dunque un album che non stanca mai, lo ascolti, lo riascolti, è orecchiabile ma non per questo banale, scontato, semplice. È un disco solido, musicalmente ricercato, che usa la mescolanza di suoni e influenze per lanciare un messaggio coerente con le proprie visioni del mondo. Quindi, dobbiamo un grazie agli Strike, anche perché ultimamente non capita spesso di ascoltare ska, un tipo di sonorità che, fino a qualche tempo fa, anche in Italia riusciva a trovare più spazio.

Dovrebbe trovarne ancora di più, soprattutto se è fatto come si deve e se rispetta la tradizione di un genere che offre da sempre contenuti interessanti e attuali. Urlandoci allegramente che la musica ci può ancora salvare.

Redazione Musica -ilmegafono.org

 

La copertina dell’album “Tutto da rifare”