Colin Clegg è un giovane cantautore italo-scozzese, un musicista proveniente da diverse esperienze, anche molto differenti tra loro, che negli anni hanno regalato a questo artista un’essenza musicale e uno stile compositivo che ci sono davvero piaciuti. Iniziamo a dare una prima definizione del genere che predomina nelle tracce di Colin: il folk. Fin qui tutto normale, ma rischieremmo di essere superficiali se non analizzassimo tutte le sfumature che il sound di questo bravo musicista contiene.

Il folk di Colin Clegg, infatti, è tendenzialmente soft, quasi mai carico di strumenti (come spesso accade nel genere che troviamo dentro i nostri confini italiani), senza eccessi di ritmi e con melodie e riff che cambiano, mutano. È un tipo di musica che, anziché travolgere l’ascoltatore, lo cattura con una sorta di ragionamento sonoro, un mix tra strumenti e voce in grado di alternare momenti puramente folk ad altri invece più distesi e rilassanti, mantenendo comunque la base armonica di partenza.

È dunque un folk all’interno del quale si percepisce anche la parte più anglosassone di Colin Clegg: è chiara, infatti, l’influenza che ha sulle sue tracce la musica anglosassone anni ‘80 e ’90, a partire dall’intramontabile indie fino ad arrivare anche a qualcosina di pop.

Tutto questo è possibile trovarlo nella sua ultima produzione discografica, un album intitolato “Summer and the Fall”, del quale abbiamo parlato proprio con Colin Clegg durante il nostro appuntamento settimanale con “The Independence Play” (clicca qui per ascoltare la puntata). “Summer and the Fall” è un album completamente autoprodotto, che alterna brani registrati in studio ad altri dal vivo, dando così una percezione ancora maggiore della sensibilità e della qualità artistica di Colin Clegg. Un disco bello e di assoluto livello, che scava nel profondo e che trasmette una piacevole sensazione di verità.

Manuele Foti -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Summer and the Fall”.