Rock e molto altro. Il gruppo che vi presentiamo oggi viene da Firenze ed è una delle proposte emergenti più interessanti nello scenario musicale italiano. Si chiamano La Notte e hanno appena pubblicato il loro secondo disco, “Volevo fare bene”, prodotto da Woodworm Label/Audioglobe/The Orchard. La Notte è un progetto che deriva da un cambio di direzione, da una scelta che si è rivelata intelligente (come ci hanno raccontato nel corso dell’ultima puntata di The Independence Play sulla nostra radio). Dopo aver iniziato nel 2012, con un altro nome e cantando in inglese, i nostri musicisti qualche anno dopo hanno preferito la lingua italiana, dando vita a questo nuovo progetto.

Così, nel 2015, i La Notte pubblicano l’omonimo disco di esordio che, oltre ad ottenere consensi da pubblico e critica, viene candidato al premio Tenco come miglior Opera Prima 2016. Adesso arriva questa nuova produzione discografica, composta da dieci tracce caratterizzate da atmosfere musicali che spaziano dal rock al funky. Canzoni delicate e accorate, incorniciate con cura e dedicate alle donne, con un’armonia che viene esaltata da arrangiamenti impeccabili e da una voce che sa essere a volte carezzevole, altre volte potente.

La prima traccia, Per nuovi pescatori, è già un buon inizio, bella da ascoltare, ci parla di amori e di spazi vitali («ho ritagliato il mio spazio vitale, ho fatto una cornice da non attraversare»). La musica invece cresce e diventa stridente e robusta in Muscoli, che ci fa vivere in sere che si consumano in fretta e profumano di fiori, come altre tracce di questo album. Quelle che scorrono sono canzoni d’amore quasi sempre per donne attente ai particolari, che non trovano le porte ma sanno che fuori il cielo è sereno (come in Ho visto la scena).

In alcuni brani il sound diventa quieto e infonde serenità e sicurezza, le parole sono lievi e la musica invece è maestosa e immensa. Bellissima è A tempo con te, dove, con una chitarra grintosa e acustica, l’urlo «io mi rifiuto di odiare e preferisco nuotare» appare una presa di coscienza. Una canzone che racconta storie che lentamente fluiscono verso chi si ama. E anche il tempo, stupefatto dall’intensità dei sentimenti, decide di accordarsi con chi noi amiamo («qui tutto intorno va a tempo con te»).

Ne La battaglia dei giorni miei, la chitarra si unisce a un ritmo quasi funky, per poi accendersi in un rock convincente. Nella penultima traccia, Sotto assedio, esordiscono invece con una domanda chiara: «Se sei sotto assedio, chi ti salverà?». La risposta è che serve una rivoluzione. Qui ci colpiscono con un piano bellissimo e con la fragilità di cui sono fatte le nostre attese. Una fragilità che, a un certo punto, viene scossa dalla potenza della musica e delle chitarre.

I La Notte sono convincenti, consapevoli, sanno essere se stessi senza fronzoli, senza aver timore dell’immensità dei sentimenti e della grazia di cose piccole e preziose. Sanno capire la bellezza e tesserla e sanno che tutto deve essere raccolto e custodito. Non si deve avere paura di cogliere un fiore per non vederlo appassire. Le loro canzoni invitano a guardare ogni stagione, a farsi trovare pronti davanti alla bellezza dell’amore. In questo album, dove il rock è intimo ma deciso, tutto viene incastonato e reso grazioso e brillante. Le emozioni vengono curate e impreziosite, adagiate su melodie avvolgenti e su una delicatezza che non è scontata e banale, ma guadagnata e vera. Un ottimo lavoro, un secondo disco che non delude e che dà continuità alla qualità del loro esordio, aggiungendo forse ancora più consapevolezza e maturità.

FrankaZappa -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Volevo fare bene”.