A 200 Km a Nord di Babilonia e a 100 km da Baghdad, nell’odierno Iraq, sulla riva est del Tigri, sorge l’antica città di Samarra, capitale del califfato Abasside dall’835 all’892 d. C. In quel periodo, la città si arricchì di architetture meravigliose e giardini. Una di queste architetture era la moschea del Venerdì, di cui oggi rimane soltanto l’imponente minareto di 52 metri. Proprio su questa architettura vorrei che soffermaste un momento la vostra attenzione.

Malwiyya, che significa “spirale”, è il nome con cui viene da sempre chiamato questo minareto. Proprio così, una spirale ispirata alle forme della natura, alle conchiglie, alla sezione aurea: da un diametro di base di circa 32 metri si sale esternamente, scalando letteralmente la spirale, fino al tempietto in vetta, a oltre 50 metri. È evidente che, tra i minareti del IX secolo, doveva sicuramente spiccare e fare una gran bella figura.

Da quando ho visto la prima foto di Malwiyya mi viene in mente un’immagine: la torre di Babele. A mio avviso è possibile che i viaggiatori e i commercianti del XV e XVI secolo, che dall’Europa cristiana partirono per esplorare il Medio Oriente, abbiano riportato dal loro peregrinare i disegni degli edifici straordinari che avevano incontrato. È possibile che quando videro la spirale si misero a pensare ad un’architettura prodigiosa paragonabile alla torre di Babele.

Non è sicuramente un caso, infatti, che molti artisti fiamminghi del Rinascimento dipingessero la torre di Babele in forma di spirale. Tra questi citiamo Peter Brueghel il Vecchio (che la dipinse tre volte), iniziatore della tradizione pittorica nella quale la torre è rappresentata in tale forma. Intorno al 1563, egli ne realizzò due esemplari (il terzo è andato perduto). Dopo di lui, centinaia di pittori, fiamminghi e non, seguirono il suo esempio: Hendrick van Cleve, Lucas van Valckenborch, Abel Grimmer, ed altri.

Non possiamo sapere se Brueghel avesse visto dal vivo o attraverso dei disegni il minareto di Samarra o se la sua rappresentazione della torre di Babele fosse semplicemente frutto della sua immaginazione. Ma mi piace pensare che l’architettura araba dei cosiddetti secoli bui abbia fatto sognare e sperimentare gli architetti e i pittori rinascimentali.

Angelo De Grande -ilmegafono.org

 

Pieter Bruegel the Elder – The Tower of Babel (Vienna), 1563.