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Il viaggio degli Ardàn, tra sogni e rock

Il viaggio degli Ardàn, tra sogni e rock

È nello spazio che vi portiamo questa settimana, tra stelle, pianeti e sogni. Lo facciamo con gli Ardàn, formazione nata da due musicisti, Alessandro e Alessio, uniti dalla musica e dalla passione per astronomia e libri di fantascienza. Questo progetto ha preso forma nel 2015 e ha portato all’uscita, il 14 aprile, del loro primo Lp, “Voyage d’une seule nuit”, prodotto e distribuito da Alka Record Label. Un concept album che racconta un sogno, quello di fare l’astronauta, che nasce sin da bambini; e lo fa con delicatezza, accompagnandone ogni momento fino alla sua concretizzazione.

Sono ben 14 le tracce attraverso le quali gli Ardàn ci narrano questa storia, in un viaggio segnato magistralmente da un rock sperimentale, capace di utilizzare effetti ed elettronica con estrema sapienza, senza abbandonare la purezza del genere e senza sporcare l’essenza di questo percorso onirico, la sua atmosfera magica. Gli arrangiamenti dal sound più intimo si alternano a ritmi talvolta più decisi e distorti (come quelli che precedono e accompagnano il cantato in Launch, in Satellites o nel singolo estratto Omens, solo per fare degli esempi) ma che non risultano mai ingombranti. Lo scenario “stellare”, infatti, rimane intatto, grazie anche ai magistrali cambi di ritmo e all’inserimento di effetti riusciti e di registrazioni che ci catapultano nel passato e che trovano posto già nella traccia di apertura (Mayday).

Il filo della storia che scorre, canzone dopo canzone, non si smarrisce mai, ma al contempo l’ascoltatore non ne rimane schiavo e questa è una qualità che non tutti i concept album possiedono. Se The Dreamer musicalmente esprime l’entusiasmo del sognatore, quasi in una fase embrionale del sogno, The Big Bang, brano successivo, completamente strumentale, è l’emblema dell’inizio, di quando esplode la passione che guiderà quel sogno verso la sua realizzazione. Ma, andando avanti, pur mantenendosi questa continuità, questa linea narrativa, la musica ci trascina anche altrove, riportandoci a realtà lontanissime che di colpo ci appaiono vicine.  C’è tutto lo spazio ma soprattutto c’è l’idea di musica degli Ardàn, coraggiosi, pronti a sperimentare, a capovolgere gli schemi musicali e gli ascoltatori, in assenza di gravità, come fossimo tutti astronauti in orbita, ma avvolti e ipnotizzati da questa magia.

La voce, in tutto ciò, è un altro elemento fondamentale, perché accarezza la narrazione e le sonorità, si fa sentire ma con quella premura propria di chi non vuole interrompere il sogno, disturbarlo, ma al contrario assecondarlo, fino a quando il bambino, studiando e lavorandoci, non riuscirà a compierlo. E anche laddove la voce non trova accesso, come nella strumentale A0620-00_V616 Mon, ci pensa la musica a proteggere il sogno, con note che sanno di ninna nanna o di carillon per contrastare il rumore di quel che sembra un razzo in partenza. L’atmosfera onirica è così salva e può tornare alla profondità di suoni e suggestioni che il brano successivo, Salyut, ci riconsegna e che, più avanti, la bellissima Time trasformerà nella solennità di un momento, quello atteso dal principio, immaginato sin da bambini.

“Voyage d’une seule nuit”, dunque, è un album di altissima fattura, sia sul piano musicale che su quello della struttura concettuale. Impossibile non restare conquistati da ogni traccia, impossibile non andare con la fantasia ben oltre lo spazio e l’astronomia, immaginando scenari lontani, storie remote, personali o meno, con un mescolamento di sensazioni che la musica degli Ardàn sa cullare al meglio.

È un disco che alla fine fa bene, lascia un buon sapore perché (come ci ha detto Alessio nel corso dell’intervista nella puntata di “The Independence Play” a loro dedicata, sulla nostra radio su Spreaker) sfrutta la linea di una storia fatta di sogno e della determinazione nell’inseguirlo, per poter così descrivere la vita di tutte le persone che amano sognare e che credono ardentemente nelle proprie capacità. Vi auguriamo allora di sognare ascoltandoli e gustandovi ogni singolo suono, ogni singola traccia, in un fantastico “viaggio di una sola notte”.

FrankaZappa -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Voyage d’une seule nuit”

Autore

FrankaZappa

Collaboro da tempo con Il Megafono, dove insieme a Manuele curo la pagina musicale e il programma "The Independence Play" sulla nostra radio web. Sono una metallara nostalgica, stregata, quando ero poco più che bambina, dall'urlo "Looove" di Robert Plant. Di quell'amore per la musica ne ho fatto la mia spina dorsale di "metallo non metallo" che mi ha portato fino a qui. Oggi amo un sax che non mi corrisponde. Grazie a lui e al jazz ho scoperto che ancora esistono nuovi pianeti da esplorare, perché per me alla fine la musica resta l'unico modo di immaginare "the dark side of the moon".

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