Oggi vi presentiamo un altro interessante giovane musicista che ha fatto della scuola italiana cantautorale il suo marchio di riconoscimento: uno spazio entro il quale divagare artisticamente e sfogare la propria attitudine compositiva, giocando ed esprimendo musicalmente storie d’amore o vicende della quotidianità. Stiamo parlando della musica di Eugenio Rodondi.
Eugenio è un musicista torinese che da ormai diversi anni si propone al proprio pubblico con la sua personale canzone d’autore. È una canzone d’autore che racconta e narra, che accarezza l’anima, contaminata da correnti musicali più odierne, in cui classici riff di basso o chitarra non sono gli assoluti protagonisti, ma vengono accompagnati da suoni sintetizzati.
Le atmosfere sonore sono tendenzialmente quelle classiche per il genere, in cui spesso vengono inserite delle cose un po’ più folk o pop-rock, mentre più sporadicamente si notano anche delle pause del tutto elettroniche, sullo stile, magari, dei Baustelle. Per darvi un assaggio di quanto detto finora vi presentiamo l’ultima produzione discografica di Eugenio Rodondi, intitolata “D’un tratto”.
“D’un tratto” è un album di nove tracce pubblicato lo scorso 26 ottobre, un lavoro nel quale emerge un sound che sa risultare piacevole sia quando è molto arricchito di strumenti, sia quando questi ultimi sono ridotti ai minimi termini, alternando dunque momenti vivaci ad altri molto riflessivi, conferendo così omogeneità e gradevolezza all’intera produzione. Un disco che si lascia ascoltare e di cui abbiamo parlato con lo stesso Eugenio Rodondi nel corso dell’ultima puntata di “The Independence Play” sulla nostra web radio (ascolta qui la puntata).
Manuele Foti -ilmegafono.org
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