Una specie considerata estinta e invece sopravvissuta fino ai nostri giorni, un’evoluzione costante, fatta di esplorazione e forza, che diventa suono grazie alla maestria di un quartetto di musicisti baresi. Questo il concetto alla base di “Lazarus Taxa”, secondo album dei Turangalila, band molto interessante, capace di ricercare e sperimentare, dando vita a un caleidoscopio di sonorità e atmosfere che conquistano chi ascolta. “Lazarus Taxa”, uscito a ottobre scorso con l’etichetta Private Room Records, è un disco composto da dieci tracce e focalizzato sulla concezione biologica e paleontologica del lazarus taxòn, una specie data per estinta dagli studiosi, ma che nuove indagini hanno rivelato essere riuscita a sopravvivere nei secoli.

Una forza evolutiva che, a livello musicale, assume una grande intensità e che i Turangalila hanno reso attraverso un sound che non è facile rinchiudere in un genere specifico, in qualcosa di definibile in maniera immediata. Le dieci tracce che compongono questo disco sono infatti un avvincente caleidoscopio sonoro, nel quale si incontrano gli elementi propri della tradizione del mondo underground, del rock e del post-rock, del noise, della psichedelia, dell’alternative, e quelli più contemporanei, che conducono all’elettronica e alla cinematica.

Ne viene fuori un disco nel quale i cambi di ritmo si susseguono, spesso anche all’interno delle singole tracce, conducendo chi ascolta in un viaggio ricco di atmosfere cangianti, di sperimentazioni e suoni avvolgenti, dentro dimensioni futuristiche in cui non mancano però i riferimenti al passato. La struttura dei brani è potente ma minimalista, il cantato è un sussurro di qualità che si incastona perfettamente negli arrangiamenti, con il risultato di un ascolto gradevole e mai appesantito, nemmeno quando le melodie si fanno più dure.

Quello dei Turangalila (che abbiamo ospitato nell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radiofonica) è un ottimo disco, di quelli che non sempre ci si attende da una band relativamente giovane. Un’ottima scelta e certamente non comoda, quella di questi musicisti pugliesi, che meritano di essere sostenuti.

Redazione Musica -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Lazarus Taxa”