Abbiamo spesso parlato di come la nuova generazione di cantautori rappresenti un nuovo step per la musica italiana, nuova linfa, che deriva dalle moderne espressioni ed emozioni che prendono forma nella società attuale. Un perfetto esempio di questa nuova generazione ce lo offre Solo Ariel, al secolo Ariel Puntiroli, giovanissima artista romagnola (classe 2004) che proprio oggi, 9 febbraio, esordisce con la sua prima produzione discografica, pubblicata e distribuita da CISIM|LODC.

Si intitola “Leftovers” ed è un Ep composto da cinque brani, all’interno del quale si parla di “reminiscenze” sentimentali, di tutte le scorie ed esperienze lasciate dagli attimi di vita quotidiana: dagli amori alle amarezze, dalle amicizie effimere a quelle durature, da tutto ciò che nel corso della nostra esistenza ci forma e ci plasma a seconda di come una particolare emozione permea nel nostro animo.

Solo Ariel, per definire questo contesto, si presenta sul palcoscenico della musica italiana con un cantautorato indie molto leggero, in cui le sonorità sono quasi interamente pacate, senza eccessi di sorta e vocalizzi estemporanei. I brani che compongono “Leftovers” sembrano una tranquilla autoanalisi, una chiacchierata a tu per tu con il proprio animo, durante la quale viene intavolata una conversazione pacata, con intonazioni di voce delicate e sincere, che punta a delineare con coraggio anche meandri inesplorati.

Quello di Solo Ariel (che abbiamo ospitato nell’ultima puntata della nostra trasmissione radiofonica “The Independence Play”), è un album che ci è piaciuto davvero molto. “Leftovers” è equilibrato e gradevole, contiene cinque carezze musicali che non hanno bisogno di sonorità roboanti per colpire l’ascoltatore, ma si avvalgono solo delle indiscusse qualità di un’artista emergente e della sua bella voce.

Manuele Foti -ilmegafono.org

La copertina dell’EP “Leftovers”