Il 15 novembre, per l’etichetta indipendente Discographia Clandestina, è uscito “Dox”, il secondo album dei Nu-Shu, band di origine leccese. Si tratta di un disco che rappresenta una sorta di consacrazione per la band, una prova provata del loro stile, della gamma di generi in cui spaziano e delle loro capacità. Questo ultimo lavoro è composto da ben dodici tracce, lungo le quali i Nu-Shu ci presentano un’ambientazione sonora abbastanza variegata, che si basa principalmente su sonorità alternative-rock per poi spaziare in vari sottogeneri più o meno allineati al concetto di “alternativo”. E in questa produzione discografica dei Nu-Shu, tale termine è inteso nel suo senso più stretto, perché quello che troviamo lungo “Dox” è un tipo di rock che si allontana dal mainstream e mostra la forte volontà di sperimentare, scuotere e confondere, di intrattenere e di far riflettere.

La volontà di sperimentare si manifesta oltremodo nella commistione di generi che si trova lungo la tracklist, all’interno della quale – volendo riassumere – emergono dettagli molto interessanti come quelli legati più al rock progressivo o all’urban. Dettagli che creano una sorta di atmosfera tra il caotico e l’onirico, un’atmosfera che non lancia d’impatto le melodie e i ritmi, bensì li maschera in maniera delicata, come a voler nascondere il reale messaggio musicale, che va concesso poi in tutta la sua essenza a chi presta quel pizzico di attenzione in più, necessario per le composizioni che si allontanano dal minimalismo spicciolo o dal “già sentito”.

“Dox” viene riassunto dagli stessi Nu-Shu come “un disco che rispecchia la bipolarità e l’eterna lotta tra il bene e il male, che si fondono in un’unica essenza fatta di suono, rumore e psichedelia”. Una definizione in cui ci ritroviamo abbastanza. Una lotta tra bene e male in cui, all’occorrenza, entrano in gioco anche delle sfumature slowcore e dei suoni sintetizzati a fare un attimo da pacieri, allentando per un istante il contesto, dando anche così maggiore equilibrio e respiro all’ascolto intero della tracklist.

Quello dei Nu-Shu (che abbiamo ospitato nell’ultima puntata della nostra trasmissione radiofonica “The Independence Play”) è un album che ci è davvero piaciuto e che quindi consigliamo sinceramente di ascoltare.

Manuele Foti -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Dox”