Da Bologna alla scena musicale italiana, assaporata già con il primo disco (“Ecos”) e con i riscontri positivi della critica: La Tessitoria Eco ha bruciato le tappe in pochi anni e nonostante una pandemia di mezzo. Nata nel 2018, questa band bolognese si è fatta apprezzare in fretta e, lo scorso 22 aprile, ha dato alla luce il secondo disco in studio, intitolato “Nessuno se ne accorge” e pubblicato con l’etichetta (R)esisto. Dieci tracce che parlano di vissuto, di felicità e tristezza, di amore e malinconia, in un rincorrersi di atmosfere che colpiscono e avvolgono l’ascoltatore.

Un racconto intenso e profondo, musicalmente caratterizzato da una cornice indubbiamente rock cantautorale, nella quale si inseriscono sfumature più tendenti al pop-rock italiano e sonorità meticce che mischiano le tendenze più attuali del genere a quelle proprie del passato. Un bel gioco sonoro che è accompagnato dalla voce graffiante di Alessandro Barbaro, perfettamente armonica e coerente con le variazioni richieste dalla linea melodica delle tracce.

I contenuti sono costruiti con attenzione e cura, gli arrangiamenti sono ben orchestrati, anche quando riadattano pezzi di grande successo come le due cover (Anna e Marco e 7 e 40) scelte per omaggiare Lucio Dalla e Lucio Battisti. Un segno del profondo legame de La Tessitoria Eco con la tradizione cantautorale italiana, che ben si amalgama alla vena rock del gruppo. Quello de La Tessitoria Eco (che abbiamo ospitato nell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radiofonica) è dunque un bel lavoro, che conferma le buone impressioni raccolte nel precedente album e che merita di essere ascoltato.

Redazione -ilmegafono.org

La copertina del disco “Nessuno se ne accorge”