Li avevamo incontrati circa due anni fa, quando avevano appena pubblicato il loro singolo (clicca qui), oggi sono tornati con una nuova produzione. Parliamo de Il Branco Barracuda, band bresciana che il 24 gennaio scorso ha pubblicato il suo secondo album, “Borderline”, uscito con l’etichetta ferrarese Alka Record label. Otto tracce (tra le quali anche il singolo Kamikaze che vi avevamo precedentemente presentato) che scorrono bene, con un accento fortemente pop-rock ma che riesce a muoversi tra diversi generi.
Ogni brano ha infatti la sua sfumatura sonora, le sue peculiarità melodiche, attraversando sonorità che vanno dall’indie al rock più puro, arrivando persino al punk e lasciando spazio anche a passaggi ska. C’è una bella varietà che rende il disco molto gradevole, poggiando su arrangiamenti ben costruiti, un effettistica ben dosata e testi molto azzeccati, che danno ritmo, affrontando il quotidiano, l’esistenza, mettendo sotto accusa le convenzioni e le ipocrisie, con la giusta dose di rabbia ma senza mai perdere la leggerezza.
“Borderline”, di cui abbiamo parlato con Claudio, fondatore e voce de Il Branco Barracuda, nel corso della nostra trasmissione radiofonica “The Independence Play”, non è il solito album pop-rock, non è il frutto del solito gruppo emergente che fa il suo compitino per farsi ascoltare una volta e lasciarsi dimenticare il secondo dopo aver sfumato l’ultima traccia (peraltro una ballata amara, una delle più belle del disco). Quello de Il Branco Barracuda è un album che ti seduce e ti invita all’ascolto. E più lo ascolti e più ti viene voglia di pigiare sul play e riprendere il viaggio.
Un viaggio ricco di armonia, durante il quale emerge l’identità della band, che mostra un’accesa voglia di variare, sperimentare e non annoiarsi, riuscendo a trasmettere tutto questo anche agli ascoltatori. Un album riuscito che vi consigliamo di divorare, anzi di bere, di mandare giù come una buona e fresca birra media in un giorno di caldo.
Redazione -ilmegafono.org
Commenti recenti