Quando si ascolta la musica di Jacopo Facchi si capisce fin da subito che la ricerca di qualcosa di profondo è la forza motrice che alimenta le sue canzoni. Sarà la sua bella voce, sarà la sua qualità indiscussa alla chitarra, ma la sua musica fa trasparire emozioni vere che vale la pena di approfondire e raccontare. E per spiegarla al meglio prendiamo come esempio la sua ultima produzione discografica, uscita peraltro proprio oggi: “Stray Dogs”.

Un EP di cinque tracce che dicono tanto di Jacopo Facchi e del suo essere “randagio”, come allude il titolo stesso della sua produzione. Randagio nella ricerca di qualcosa di diverso, nella consapevolezza che l’uomo ha sempre bisogno di scoprire e sperimentare, di non fermarsi e di andare avanti, per strutturare un altro punto di vista che lo aiuti a crescere. La musica che troviamo dentro “Stray Dogs” è un po’ questo: qualcosa di ramingo, frutto del girovagare oltreoceano, tra le highway degli Stati Uniti, assimilando esperienze ed esternandole in una musica ragionata, di un certo valore artistico e qualitativo.

Una musica quasi esclusivamente acustica, in cui la chitarra fa da attrice protagonista e detta le linee guida, che sono un’alternanza di giri di accordi pacati e riflessivi e di altri molto più tendenti al folk e al country, tipico soprattutto dei territori del Sud. È una chitarra elegante, che si destreggia con sicurezza e con un pizzico di spavalderia, unita a una voce decisa che si adatta perfettamente al contesto sonoro.

Jacopo Facchi (che abbiamo ospitato nell’ultima puntata della nostra trasmissione radiofonica “The Independence Play”) e il suo “Stray Dogs” sono stati davvero una bella scoperta. Nonostante la breve durata del disco, che supera comunque i 15 minuti, il nostro musicista si mostra al suo pubblico in tutta la sua bravura, mettendo in risalto una grande propensione compositiva all’interno di questo genere, come detto di ottima qualità e di piacevolissimo ascolto. Merita.

Manuele Foti -ilmegafono.org

La copertina dell’Ep “Stray Dogs”