L’incontro tra quattro musicisti già molto attivi sulla scena musicale italiana, ma con la voglia di dar vita a una band capace di lavorare quotidianamente insieme, senza turnisti e sostituzioni. Nascono così i Leda, gruppo maceratese che, ad aprile scorso, ha pubblicato il suo primo album, intitolato “Memorie dal futuro” e uscito con l’etichetta Il Piccio Records. I Leda ed il loro alternative rock arrivano in pompa magna sul panorama italiano predominato da uno pseudo indie tendente al pop, dove le chitarre purtroppo sono un vago ricordo. Proprio per questo motivo accostiamo le due parole “pompa magna” al loro ingresso.

Fondamentalmente, l’intento dei Leda è miscelare un sound abbastanza duro (ma non troppo) ad una delicatezza vocale molto interessante, quella di Serena Abrami che ha anche curato i testi insieme allo scrittore Francesco Ferracuti. Un mix di voce e suoni che non intende scopiazzare qua e là ciò che altre band hanno già provato a fare. I Leda (che abbiamo ospitato nell’ultima puntata della nostra trasmissione radiofonica “The Independence Play”) hanno personalità, tecnica, spessore artistico, tutti termini e caratteristiche che appartengono a questo loro progetto che non ha avuto problemi a farsi conoscere a livello nazionale e farsi apprezzare da critica e pubblico.

Ogni brano ha una sua storia ed un suo modus operandi che forma un insieme musicale pregevole e che potrebbe portare in auge un sound potente e rischioso allo stesso tempo. “Memorie dal futuro” è proprio questo, un ricordo di ciò che è stato proiettato in un domani quasi distopico per tutto ciò che riguarda la musica che va di moda oggi. Nuovi Simboli è, a nostro avviso, la best track del disco che si potrebbe ascoltare e riascoltare all’infinito senza mai saziarsi o stancarsi.

In conclusione il disco porta con sé un gran coraggio per i nostri tempi ed è pregevole, molto. Ci fossero più band come i Leda si potrebbe rialzare l’asticella della qualità sonora del nostro Paese e ritenere finalmente in atto una rivoluzione che, purtroppo, tarda sempre più ad arrivare. Davvero un ottimo disco.

Heisenberg -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Memorie dal futuro”