Ricordate le minacce del ministro dell’Interno di togliere la scorta a chi non la pensa come lui (ad esempio Roberto Saviano)? Bene, c’è un piccolo particolare che al ministro sfugge: assegnare o non assegnare la scorta non è una decisione che compete al ministro dell’Interno.

La scorta non è un privilegio. Nella stragrande maggioranza dei casi è una seccatura. E la decisione di assegnarla non passa per la persona che deve essere tutelata. E nemmeno per il ministero dell’Interno. La decisione di assegnare o meno la scorta ad una persona passa dalle autorità di pubblica sicurezza. Ovvero l’Ucis, acronimo dell’Ufficio Centrale Interforze per la Sicurezza Personale. La formazione di questo ufficio è recente. Risale al 2002, quando il secondo governo Berlusconi decise in questo senso dopo l’uccisione di Marco Biagi per mano delle Nuove Brigate Rosse. La scorta a Biagi era stata rimossa sul finire dell’anno precedente. L’Ucis venne formalizzo definitivamente con la legge n. 133 del luglio 2002. Il principale compito dell’ufficio è gestire la protezione di soggetti istituzionali o che possano correre rischi comprovati.

COME FUNZIONA

Un esempio concreto della procedura prevede che le forze di polizia possano segnalare ad un prefetto un soggetto a rischio incolumità. Il prefetto può decidere se trasferire tale segnalazione all’Ucis. Nella missiva deve essere chiaramente fatto riferimento ad analisi che hanno condotto a quella segnalazione. Di conseguenza l’organismo può disporre ulteriori indagini che comprovino il reale pericolo per la persona in questione e poi assegnare la scorta. In quest’ultimo passaggio ne stabilisce anche le modalità, come ad esempio il numero di agenti.

L’Ucis è suddiviso in quattro uffici. Quello analisi che valuta le informazioni sulla persona potenzialmente a rischio. L’ufficio servizi di protezione e vigilanza che gestisce il piano di protezione. Quello di formazione che si occupa appunto di preparare gli agenti. Quelli di efficienza di mezzi e strumenti. A guidarlo ci sono un prefetto o un dirigente della pubblica sicurezza.

COSTI

250 milioni di euro l’anno. Questo il costo calcolato nel 2012 quando erano in servizio per incarichi di protezioni 2.108 agenti per la sicurezza di 584 persone. Per questo lavoro, sempre nel 2012, erano in circolazione 484 auto blindate e 190 non blindate. Oggi i soggetti sotto scorta sono circa 200.

Ciro Oliviero (DalSociale24.it) -ilmegafono.org